Il crollo di una palazzina a Matera |
Crollano le palazzine, si scava
con le mani per salvare o cercare di salvare le vittime sepolte dalle macerie,
arrivano ministri e viceministri costernati, i sindaci piangono a favore di
telecamera. È il solito palcoscenico della tragedia dove si gioca al teatrino
dello scarico di responsabilità, dell’elogio ai soccorritori e della passerella
televisiva. Un teatrino che, però, spesso costa la vita alle persone e questo
si può evitare.
Quando dico, e lo dico da un
sacco di tempo, che con le case pericolanti, con i centri storici lasciati all’abbandono,
con l’incuria e il degrado non si scherza intendo questo. Non è una questione
di decoro o di estetica, non è solo dare una migliore qualità della vita a quei
cittadini che vivono spesso in condizioni difficili nei centri storici
dimenticati dalla politica e rispolverati soltanto in campagna elettorale. È una
questione di sicurezza, di pubblica incolumità, di rispetto per le vite umane.
A Montegranaro tutti conosciamo
in che condizioni versa il nostro centro storico. La situazione non è nata ieri
ma è frutto di decenni di abbandono da parte di chi ha amministrato la città e
di vero e proprio menefreghismo da parte di una larga fetta della cittadinanza.
Oggi, invece, assistiamo a un certo interesse da parte dei Montegranaresi per
la questione. Un interesse che, però, somiglia a una moda, a una tendenza. Una
tendenza che, sapientemente, qualche politico cavalcherà.
Nell’ultimo periodo, grazie a
pressioni piuttosto insistenti da parte di alcuni cittadini tra i quali metto
anche me stesso, si è ottenuto qualcosa: diversi stabili pericolanti stanno
subendo interventi di recupero e questo è un grande passo avanti verso la
soluzione del problema che, però, è estremamente complessa.
La passata Amministrazione ha
stretto un accordo con l’Unicam per effettuare uno studio e un progetto di
recupero globale del centro storico: una cosa encomiabile se non fosse l’unico intervento
che si intende fare. Invece questo è ciò che è accaduto. In attesa del progetto
si è fermato tutto, la pubblica amministrazione non ha programmato alcuna
azione sul quartiere vecchio in attesa dell’Unicam come fosse la panacea di
tutti i mali. Nel frattempo il degrado non si è affatto arrestato, anzi. La
caduta dell’amministrazione, poi, ha peggiorato le cose perché del suddetto
progetto si sono perse le tracce. Ancora se ne sente parlare ma nessuno, credo,
lo ha ancora visto, tantomeno le associazioni come quella che presiedo e che si
occupa proprio della questione e che non è mai stata consultata, come forse
sarebbe stato opportuno, né dal Comune né dall’Unicam. Però ancora si parla del
progetto. Attendiamo di conoscerlo. E intanto che facciamo? Incrociamo le dita
e preghiamo che non crolli nulla.
Luca Craia
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