Ho sempre reputato la questione
delle cosiddette “quote rosa” più discriminante del suo opposto. Stabilire come
regola che debba esserci una rappresentanza di questo o quell’insieme equivale
a classificare lo stesso insieme come minoranza. Ne parlavo con un mio caro
amico l’altro giorno e lui paragonava le quote rosa agli sforzi di protezione
del panda in via di estinzione. Solo che le donne non sono panda e non sono in
via di estinzione. Le donne sono in grado di tutelarsi da sole, certo compiendo
grandi sforzi per farsi largo in un mondo popolato e governato da uomini, ma
che il maschio conceda dall’alto del suo potere una fetta dello stesso come
magnanima elargizione risulta deprimente.
L’idea mi è tornata alla mente
guardando le foto delle neo-ministre volute da Renzi. Renzi, non
nascondiamocelo, è figlio della sua epoca, è cresciuto culturalmente nel
ventennio berlusconiano e sa perfettamente il valore dell’immagine in politica.
Ecco allora che la sua quota rosa la rispetta ma lo fa inserendovi donne che
non sembra si distinguano per particolari qualità che non siano bellezza e
giovane età, entrambe effimere e sicuramente di poco aiuto nel governo di un
Paese. Mi auguro che le nostre belle ministre mi smentiscano già domani
sorprendendo me e gli Italiani con iniziative politiche epocali, ma per il
momento mi riservo il beneficio del dubbio, che di panda si tratti, giovani
bellissime femmine di panda.
Luca Craia
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