Quello che appare evidente in questa prima fase della
campagna elettorale, dal mio punto di vista e per quello che concerne le cose
di cui mi occupo, è il nuovo e importante interesse verso le problematiche
legate al centro storico e ai beni culturali cittadini. Se ben ricordiamo,
cinque anni fa sia la politica che gran parte dei montegranaresi erano convinti
che, sotto la piazza, ci fosse un grosso buco vuoto. Ora, invece, esiste la
coscienza di un problema, e si sta formando il concetto di centro storico come
bene comune, patrimonio della città, tesoro da recuperare e proteggere. Da qui la
corale volontà di dare priorità assoluta a scelte che riqualifichino la parte
antica della città, volontà finora espressa palesemente da tutte le forze in
campo.
Ciò mi ripaga da anni di lavoro assiduo, faticoso, a volte
ingrato, i cui risultati sembrava tardassero a venire. Mi occupo del centro
storico da una vita, ma negli ultimi anni ho intensificato l’azione, fondando
prima Città Vecchia e poi la mia attuale associazione, da cui un costola
staccatasi recentemente ha creato un ulteriore sodalizio che lavora nella
stessa direzione. Sono ben tre, quindi, le realtà che si occupano della
questione, con modi e sistemi diversi e non senza profonde divergenze. Meglio
sarebbe stato lavorare insieme ma, evidentemente, non è stato possibile. Tutto
ciò rimane, comunque, una ricchezza della quale mi picco, senza falsa modestia,
di aver dato il via.
Ora è presto per cantare vittoria: risolvere i problemi del
centro storico è cosa estremamente complessa e necessità di lavoro e dedizione,
volontà e passione. Ma registrare questa forte inversione di tendenza fa ben
sperare. Perché se è vero che le promesse elettorali vanno poi scremate almeno
del 95% una volta passate le elezioni, è altrettanto vero che, se il concetto è
stato assimilato e metabolizzato dalla città, ora possiamo chiedere con
maggiore forza quegli interventi imprescindibili di cui il nostro centro
storico necessita. A chiunque vinca le elezioni.
Luca Craia
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