Apprezzo molto la schiettezza di
Nazzareno Di Chiara, che oggi sulla stampa finalmente chiarisce quale sia il
punto di correttezza suo e, probabilmente, del gruppo del quale si fa portavoce
(che, come sempre, ha sovrabbondanza di portavoce) riguardo ad eleggibilità e
candidabilità. In sostanza Di Chiara ci spiega, con estrema naturalezza, come
dalle sue parti (comprendendo l’amico fedele Di Battista, si capisce) sia ritenuto
politicamente opportuno ancorchè legale candidarsi, raccogliere voti, e poi scegliere
quale carica interessa di più, se quella istituzionale provinciale o quella
comunale. Quindi, se la lista Gismondi vincesse le elezioni, Di Chiara potrebbe
scegliersi un incarico di prestigio a Montegranaro, se perdesse resterebbe
comodo comodo dov’è. Oppure potrebbe scegliere comunque l’incarico attuale
lasciando il suo posto (e i voti da lui portati) a qualcun altro. Ora, questo è
senz’altro legale, ma io, da elettore, un tantino preso per i fondelli mi ci
sento.
Luca Craia
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