Il neo Ministro del Lavoro
Giuliano Poletti, l’indomani dei tragici fatti di Casalnuovo di Napoli, nei
quali un commerciante si è tolto la vita perché, oltre ai tanti gravosi
problemi che chi lavora in proprio oggi deve affrontare a causa della
pesantissima situazione economica dalla quale la nostra classe politica e
dirigenziale non pare per nulla in grado di sollevarci, ha visto traboccare il
vaso della sua tolleranza dopo un’ispezione da parte dell’Ufficio del Lavoro
che l’ha multato perché la moglie (non un lavorante a nero, non una schiera di
cinesini) lo aiutava nelle mansioni della sua attività pur non essendo iscritta
a libro paga, scrive ai suoi ispettori.
Il Ministro, nella lettera aperta
del 7 marzo scorso, si preoccupa dell’incolumità dei propri sottoposti per il “clima
di aggressione e di intimidazione nei confronti degli ispettori del lavoro
individuati come responsabili dell’accaduto”. Esprime solidarietà agli
ispettori, il Ministro, si preoccupa perché essi possano continuare a svolgere
serenamente il loro delicato incarico. Classifica il dramma di Casalnuovo come “un dramma umano che merita, prima di tutto,
grande rispetto e pietà”.
Si guarda bene, però, il
ministro, di analizzare ogni aspetto
della questione. Si guarda bene, il ministro, di verificare se non si siano
travalicati i limiti del rispetto umano e dell’opportunità dell’azione
ispettiva. Si guarda bene, il nostro nuovo ministro del lavoro del governo
Renzi, quel governo che dovrebbe cambiare l’Italia, di prender in mano la
normativa vigente e capire dove si possa intervenire perché questo sentimento
avverso allo Stato, questo senso di vessazione che il contribuente sente sempre
più forte tanto da non poterne più e giungere alle più estreme conseguenze, e
porvi le opportune modifiche. Si guarda bene, il ministro, di adottare misure
tali che portino l’azione degli ispettori ad una maggiore umanità,
comprensione, elasticità nei confronti di chi sostanzialmente rispetta le norme
e, magari, inasprire azioni di controllo e repressione verso quelle attività
effettivamente dannose per lo Stato e la collettività come il reale lavoro
nero, come i tanti laboratori cinesi che nessuno controlla o le stesse imprese
italiane che violano sistematicamente ogni norma e che tanto diffuse sono
proprio nella zona di Napoli.
Poletti si preoccupa degli
ispettori. Gli ispettori, dal canto loro, si preoccupano per loro stessi
denunciando organi di informazione, come in una missiva inviata dagli Ispettori
del Lavoro della DTL di Rovigo il giorno 6 marzo a tutti gli organi competenti,
ivi compreso lo stesso ministro. Nessuno, però, si preoccupa degli Italiani che
non ce la fanno più. Poletti, esponente del “governo del cambiamento”, per ora
non cambia nulla.
Luca Craia
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