Sta per finire questo fine
settimana di passione per la politica montegranarese. Finisce dopo una Via
Crucis dove erano presenti tutti i rappresentanti delle liste in lizza per
governare il paese a scarpinare affannosamente, divisi nei propri specifici
capannelli, dietro agli altoparlanti oranti, tutti pii e devoti almeno una
volta ogni cinque anni. Magari erano lì a pregare perché il plurisindaco
siderale non si candidasse e invece, incredibile ma vero, oggi questi ci
sconvolge ogni dogma di fede annunciando che sì, sarà lui a capitanare la
compagine dei dissidenti e sarà lui, sbalordite gente, a vincere le elezioni.
Ora non ci resta che attendere.
Attendere che vengano rese note le liste dei candidati, attendere che giunga
quel fatidico giorno in cui i Montegranaresi sceglieranno il loro nuovo
sindaco. Basso ha ragione: la sfiducia a Gismondi ha rivelato conti che,
altrimenti, avremmo ignorato, più o meno. Ma forse li ignoravano anche i
dissidenti, visto che, all’epoca, non ne parlarono e se ne dicono edotti, come
se sempre l’avessero saputo, solo ora. E sono conti dei quali sono
perfettamente e pienamente corresponsabili. Ma la memoria della gente è corta
e, da qui a fine maggio, i Montegranaresi sapranno perdonare sia il padre
putativo di Gismondi, quel Basso che non necessita di estetista, che il figliol
prodigo mai pentito Gismondi, che invece l’estetista lo conosce bene.
Ultimi sprazzi di campagna
elettorale che si preannunciano scoppiettanti, ora che il più esperto tra i
politici nostrani rompe gli indugi. Sarà un periodo di passione, una nuova
quaresima, quella che ci porterà ala voto. Vedremo scorrere il sangue? Sì, ne
sono convinto, visti i colpi bassi, le bassezze, la bassa misura dei contenuti
cui abbiamo già avuto modo di assistere. E il finale non deluderà: si passerà
dalla farsa al grottesco finchè eleggeremo un sindaco che non rappresenterà
nessuno.
Luca Craia
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