Nel paesello (questo siamo, nel
senso dispregiativo del termine) dove domina la chiacchieretta da bar, dove si
fa politica con le maldicenze e campagna elettorale con falsità e ipocrisie, si
supera ogni giorno il limite della decenza. Questa volta lo si fa con la
fandonia del laghetto inutilizzabile per una fantomatica decisione del
Commissario Prefettizio che, per quanto si affanni oggi a smentire sulla
stampa, rimarrà sempre con il capro espiatorio di tutte le dicerie strumentali
alla politica cittadina.
Si vuole far credere che
Montegranaro, senza sindaco, sia una città bloccata, dove non si può più
nemmeno fare la festa del 1 maggio. Si vuole far credere che, ad esempio l’anno
scorso, sia stato proprio il sindaco a far sì che la festa si facesse, mentre
il suo ruolo è stato del tutto marginale se non nullo. Si vuole far credere, e
da molto tempo, che senza chi si assuma la responsabilità a Montegranaro non si
può organizzare niente e che il Commissario queste responsabilità non vuole
prendersele. Giustamente.
Prendersi la responsabilità di
mandare al cinema qualche centinaio di persone con la sala non a norma non è
fare un atto di generosità ma di irresponsabilità, così come mandare dei tifosi
alla partita al vecchio palazzetto che, pare, è privo dei certificati
antincendio. Fa bene il commissario a limitare i posti, ha fatto sempre male
quel sindaco che, sapendo delle inadempienze, invece di rimediare derogava.
Inventarsi queste storielle in
campagna elettorale è meschino, è da menti povere irrispettose delle menti
degli elettori, e scandaloso. Lo è anche perché si sa che non c’è smentita che
tenga, che quando un concetto si radica nella gente non c’è articolo di
giornale che lo possa cancellare. Alcuni montegranaresi lo sanno bene, siamo il
paese delle lenguelonge. È vergognoso ma è così.
Luca Craia
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