giovedì 29 maggio 2014

Dopo elezioni: i buoni propositi sui social e la realtà.



Molti candidati alle elezioni che si sono appena svolte hanno affidato le loro considerazioni post-voto ai social network dando testimonianza di sensazioni, emozioni, proponimenti e considerazioni su avversari e compagni di schieramento. Questi pensieri lasciati a disposizione degli elettori sono un fatto nuovo ed estremamente positivo perché ci danno la possibilità di fare delle valutazioni non solo sulla proposta politica ma anche sull’umanità dei candidati che, prima di essere persone impegnate in politica, sono persone e basta.
Mi ha molto colpito, in questo senso, quanto scritto sul suo profilo di Facebook da Mauro Lucentini, già assessore prima ai lavori pubblici e poi alla cultura, con una pausa involontaria in mezzo, nella giunta Gismondi. Lucentini parla ai suoi sodali in lista dopo la sconfitta elettorale e fa alcune considerazioni da vero leader quale lo possiamo considerare. Elogia i suoi, effettua conteggi, fa un’analisi del voto più o meno condivisibile in relazione al fattore “Basso” e alle sue conseguenze sul flusso elettorale e fa dei propositi assolutamente positivi circa il ruolo che attende lui, Gismondi e la Zincarini, i tre eletti della lista che sosteneva l’ex sindaco, in qualità di consiglieri comunali di opposizione.
C’è però un passaggio che trovo piuttosto contradditorio, ed è il momento in cui Lucentini, rivolto alle “nuove leve” presenti in lista col suo schieramento, afferma: “avete già rimpiazzato una classe politica che non meritava più di essere considerata tale”. Non capisco: gli eletti della sua lista sono proprio lui, Gismondi e Anna Lina Zincarini, tutti e tre considerabili non di primo pelo. Chi sarebbe, quindi, questa classe politica rimpiazzata? E, soprattutto, perché questa classe politica a cui Lucentini si riferisce, non meriterebbe di essere considerata tale? Per aver governato male? Lo stesso Lucentini è al governo della città da più di una consiliatura, anche se ora deve sedere sui banchi dell’opposizione. Quindi si riferisce forse a se stesso? O piuttosto a chi ha vinto le elezioni? Ma, anche in questo caso, non è chiaro: chi ha vinto non è stato rimpiazzato, anzi. E non ha governato ultimamente, per cui perché non dovrebbe essere considerato “classe politica” degna di questo nome?
Comunque, auguri all’ex maggioranza ora diventata opposizione. Anche questo è un ruolo che richiede molto impegno. I propositi sono buoni. Giudicheremo, poi, i fatti.

Luca Craia

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