Bring back our girls: un’enorme
ipocrisia. Un’ipocrisia pericolosa. Ipocrisia perchè è così che il mondo
occidentale si lava la coscienza, si mette tranquillo di fronte a fatti
eccezionalmente cruenti ai quali non vogliamo mettere rimedio, ai quali non
abbiamo intenzione di pensare più di tanto. Abbiamo fatto guerre sante in tutto
il mondo giustificandole con motivazioni etiche e morali, guerre ufficialmente
umanitarie per salvaguardare libertà e democrazia. Ma in Nigeria la democrazia
non ci interessa, ci scuote un po’ il rapimento delle studentesse ma non
abbastanza per pensare di intervenire.
Così, se noi umili pecore ci
accodiamo a iniziative fatte passare per popolari ma sponsorizzate niente popò
di meno che dalla first lady americana, se l’opinione pubblica, manipolabile e
manipolata a piacimento da chi governa il mondo, si mostra costernata di fronte
all’ennesima violenza mostrando il proprio biasimo con magliette, scritte, post
sui social network, in questo stesso modo il pastore delle pecore si mette
tranquillo: quello che si doveva fare si è fatto, ossia si è pacificata la
coscienza collettiva e poi basta.
E tutto questo è pericoloso:
diamo rilievo all’azione dei terroristi, gli facciamo vedere che hanno colto
nel segno. Perché è questo che volevano: farsi notare dall’opinione pubblica
mondiale. Scrivere in giro “bring back our girls” serve a dire ai terroristi: “bravi,
il vostro gesto ha sortito l’effetto voluto. Continuate così.” E lo facciamo
con la coscienza a posto.
Luca Craia
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