Ha poco da gioire l’opposizione
di fronte alle prime fibrillazioni in maggioranza dovute alla ripartizione dei
pochi seggi da assessore: è tutto normale, fa parte dei giochi quando si è di
fronte a coalizioni eterogenee di questo tipo. Del resto la vecchia
amministrazione, pur essendo formalmente molto più omogenea, nel corso dei
quattro anni e mezzo di governo della città ha fatto questo e altro, con
assessori dimissionati, sostituiti con mugugni e creazione di gruppi consiliari
ad hoc, ritornati in carica con bocche storte, per finire con la spaccatura che
ha portato al commissariamento. Per cui, sotto questo punto di vista, i
movimenti intestini alla nuova maggioranza sono perfettamente contemplati nel
gioco politico.
Però sembra di essere tornati
agli anni ’80, quando c’era il proporzionale e le giunte con relativo sindaco
si facevano dopo le elezioni, non prima, tessendo alleanze, rompendole, ricucendo
e ristrappando. Chi non ricorda le vicende del ’90, quando avemmo il sindaco
più breve della storia, quel Paolo Baleani messo sullo scranno di Basso in
quanto quest’ultimo era stato eletto in Provincia, con un’alleanza estemporanea
che vedeva il PSI al governo in solitaria con un inspiegabile appoggio esterno
del PCI che, improvvisamente, rinsavì, “tradì” Baleani e si alleò con DC, PRI e PSDI per far fare il sindaco a Graziano Di
Battista (che poi cadde a sua volta poco dopo, favorendo il primo
commissariamento della storia di Montegranaro). Altri tempi, ma un po’ li
stiamo rivivendo.
E forse è questa la parte triste:
si poteva sperare in qualcosa di meglio. Certo, Ubaldi ha le sue ragioni, visti
i voti che ha portato alla coalizione. Beverati, dal canto suo, non è
personaggio che si possa mettere in un cantuccio. Gli esponenti di SEL, per
quanto nuovi e, se vogliamo, inesperti, hanno anche loro portato voti e,
secondo la logica vigente, dovrebbero avere rappresentanza in giunta.
Ma è proprio questo il punto: la
logica vigente, quella dell’assegnazione delle deleghe per meriti elettorali,
per equilibri politici, per non scontentare nessuno. Mentre ci si potrebbe
aspettare, per esempio, anzi, per assurdo, che le deleghe vengano assegnate per
specifiche competenze. Ma poi arriverebbero davvero i mal di pancia. Per cui il
gioco è normale: stiamo semplicemente assistendo alla metamorfosi della “Lista
Stranamore” in “Giunta Stranamore”. Nulla che non ci aspettassimo. Attendiamo,
ora, i primi provvedimenti, e speriamo bene.
Luca Craia
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