Che speranze abbiamo, povera
Patria nostra, di vederti salva, al sicuro dalle grinfie di questi malfattori
che ti stanno depredando? Come facciamo a non cadere nel qualunquismo quando
assistiamo al quotidiano saccheggio della nostra casa comune da parte di chi l’amministra
per nostro conto, senza distinzioni di estrazione culturale o politica? Che
futuro possiamo augurarci quando vediamo da nord a sud una banda di criminali
che imperversa nei comuni, negli enti pubblici, nelle commissioni, nelle
associazioni? Che futuro possiamo desiderare per i nostri figli vedendo la
nostra classe dirigente incapace di affrancarci, il nostro mondo produttivo
incapace di reagire, la nostra potenzialità creativa e imprenditoriale
surclassata, la nostra dignità internazionale calpestata a causa della
manifesta incapacità di chi dovrebbe tenerne alto il nome?
E la speranza dove potrebbe
essere riposta? In un urlatore, imprecatore, turpiloquista come Grillo? O in un
delirante demagogo come Casaleggio? O in un imbonitore piacione come Renzi? In
un puttaniere come Berlusconi? In fascisti malcelati, comunisti mai pentiti,
qualunquisti, mezzetacche, elettori appassionati da quarantottore, attivisti
disattivati a urne chiuse? O forse saranno quei ragazzi che, talvolta
sbagliando, stanno cercando di fare qualcosa? La speranza è nell’affrancarsi
dalla denuncia pura e passare alla proposizione, al progetto realizzabile, al
confronto costruttivo, alla volontà di sederci e progettare il futuro. Piccola,
fragile speranza, ma nutriamola, ancora per un po’. Non facciamoci portare via
pure questa dai ladroni di Roma, Milano, Venezia e d’ogni dove di questo
sciagurato amato Paese chiamato Italia.
Luca Craia
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