Le premesse dell’attuale
amministrazione comunale appena insediata (appena si fa per dire, è passato più
di un mese e sarebbe legittimo aspettarsi qualche intervento) sono piuttosto
fosche e non danno grandi speranze per il futuro. Come dice stamane il
Presidente del Consiglio Comunale sul giornale, non si nota alcuna
discontinuità con le amministrazioni del passato, recente e non. Ci si muove a
tentoni, si improvvisa, manca un progetto, una visione di insieme, e si
dimostra fin da subito che il programma elettorale tale era e rimarrà: una
lista di buone intenzioni, la maggior parte delle quali consapevolmente
irrealizzabili.
Parlo da uomo deluso, che aveva
visto, anche se con uno scetticismo di fondo che, ahimè, per esperienza mi
rimane ogni qualvolta devo fare un atto di fede, una qualche speranza per la
mia città in questa nuova stramba coalizione. Una delusione che si è
concretizzata, dopo varie avvisaglie, negli ultimi giorni in cui abbiamo visto
muovere i primi passi al Sindaco e alla sua squadra. Passi incerti,
traballanti, titubanti circa la direzione da prendere per non scontentare
questo o quello, farsi amico quello o questo, mantenere unita una compagine che
unita, evidentemente, non è mai stata se non dalla necessità di battere
Gismondi, Basso e compagnia. Una volta fatto questo, come temevo, l’assenza di
un progetto vero si evidenzia.
Il Sindaco ha tenuto per sé deleghe
importanti, come la cultura e la santità. Non mi pare mancassero le competenze
negli uomini a sua disposizione per poterle distribuire e farle lavorare al
meglio. Ciononostante le deleghe non sono state assegnate. Questo è un segnale
preciso, che attesta contemporaneamente la necessità che ha il Primo Cittadino
di mantenere in sé il controllo della situazione avendo come alleati personaggi
che tutto sanno fare meno che i comprimari se non i sottoposti, e l’esigenza di
non scontentare nessuno. Il risultato è, da una prima analisi, sconfortante.
Cultura: si è detto che la delega non è stata assegnata per avere
più collegialità nelle decisioni. Di fatto pare evidente che l’amministrazione
comunale patisce, e non poco, le pressioni dei gruppi di potere identificabili
nelle associazioni che più smuovono, a livello economico e non culturale, in
città. Da ciò nasce un comportamento inspiegabile che va a incaricare realtà
fondamentalmente incompetenti di compiti a loro alieni, solo allo scopo di
soddisfarne le ambizioni. Anziché partire dall’esistente, come sarebbe logico e
intelligente, rispettando le conoscenze, il lavoro svolto, i risultati ottenuti
e sostenendo le azioni che finora hanno prodotto positivamente, si innescano
processi autodistruttivi che servono solo a fare aumentare la forza politica di
associazioni che si occupano d’altro mandandole a interferire senza alcuna
logica con l’operato di altre che, invece, competentemente hanno portato avanti,
negli anni e con sacrifici, un percorso fruttifero per la collettività. Si sta
dimostrando incompetenza, pressapochismo, mancanza di autorevolezza e,
soprattutto, che le parole spese in campagna elettorale tali erano: parole.
Sanità: parte da lontano il disastro della sanità nostrana e
politici, imprenditori, varietà assortite di genti dedite alla vita pubblica
per interessi lontani da quelli comuni si sono ingrassati su queste
problematiche, creandosi carriere politiche, intrecciando rapporti, inventandosi
associazioni unipersonali che ancora tengono in scacco chi amministra. Anni di
politica inutile se non ai propri tornaconti hanno prodotto prima la chiusura
dell’ospedale, poi la sottrazione di ogni servizio sanitario locale a favore di
città che sono state in grado di proporre politici più accorti e lungimiranti
dei nostri. Oggi che si verifica la possibilità di realizzare un polo sanitario
nel nostro complesso ospedaliero ormai vuoto seppur ancora valido vediamo l’incapacità
incipiente dell’attuale amministrazione di proporsi e portare avanti le istanze
della nostra città, come è costretto a denunciare il Presidente del Consiglio
Comunale che, pure, è parte della stessa maggioranza. Stiamo perdendo un altro
treno.
Montegranaro, negli anni, ha
visto sparire, per incapacità politiche, l’ospedale, il poliambulatorio, l’Inps,
la Sutor, il
teatro, la gente. Ora rischiamo di uccidere sul nascere il turismo e le nuove
opportunità sanitarie. Cercate di rinsavire, per favore, o andate ad occuparvi d’altro.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento