Dai tempi dei Romani e forse
anche prima il motto divide et impera ha sempre funzionato. Così, dopo aver
lavorato anni per far passare il concetto che il centro storico di Montegranaro
non è patrimonio di chi ci vive ma di tutta la città e che deve essere tutta la
città a prendersene cura come la propria radice culturale, ora vedo abilmente
pilotata una nuova tendenza che sta cercando di mettere i montegranaresi, in
qualche modo, gli uni contro gli altri.
Ho molto bene il polso della
situazione: vivo nel centro storico e lo conosco bene ma giro Montegranaro
regolarmente, mi arrivano in gran numero segnalazioni di difficoltà relative a
tutti i quartieri e posso affermare che Montegranaro non una zona che possa
dire di non avere problemi: sporcizia, degrado, disservizi sono presenti in
ogni quartiere anche se con diversi livelli di gravità. Fare a gara a quale
zona del paese sia più in difficoltà e necessiti di interventi più prioritari
rispetto alle altre è pericolosissimo: fornisce l’alibi e lo strumento per
perpetuare l’immobilismo politico che tanto piace ai pubblici amministratori. Certo,
ci sono priorità più pressanti rispetto ad altre. Ma dobbiamo essere accorti e
non dividerci per far pesare quelle che ci toccano da vicino più di altre. È un
gioco dannoso.
Riguardo il centro storico credo
debba essere sentimento comune preoccuparsi che il cuore della città sia il
vero centro della vita della stessa. Una città senza cuore è una città morta e
questo concetto deve essere ben compreso. Ma anche una città senza braccia o
gambe muore. Una città è un corpo vivente e necessita che ogni sua parte sia in
salute. Ricordiamo, tornando all’antica Roma, l’insegnamento di Menenio Agrippa e della
secessione del Monte Sacro. Non facciamoci dividere da chi, con questo, può
comodamente procrastinare i problemi senza avere quell’attenzione e quella
pressione che solo una popolazione unita e conscia della realtà cittadina
riesce a fare a chi governa.
Luca Craia
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