È un problema sociale, anche
serio, l’ondata di furti che da mesi, anni, affligge Montegranaro,
intensificandosi nell’ultimo periodo. È un problema sociale il quale, a quanto
pare, non siamo attrezzati a combattere. Sono furti tutto sommato di poco
conto, di poco valore, ma che fanno male a chi li subisce e, soprattutto,
preoccupano. E, dicevamo, gli strumenti per contrastare il fenomeno sembrano
insufficienti, anche le annunciate telecamere di videosorveglianza non credo
potranno arginare più di tanto il fenomeno.
Questa notte è toccato al negozio
Buffetti di largo Conti. Hanno aperto una porta laterale forzandola con una
certa facilità. Si sono introdotti nel negozio e, mentre suonava l’allarme,
hanno portato via velocemente tabacchi, qualche valore, qualche gratta e vinci
e sono scappati via a piedi verso i giardini del Campo dei Tigli. Un bottino
esiguo di poche migliaia di euro, una modalità che fa supporre l’operato di
sbandati, personaggi poco organizzati ma non per questo meno pericolosi.
C’era scoraggiamento nelle parole
dei titolari dell’esercizio con cui ho parlato stamattina. Nemmeno rabbia,
nemmeno rassegnazione, forse solo la consapevolezza che l’imbarbarimento della
nostra società sia forse inarrestabile. E preoccupazione: per il nostro futuro
ma anche per la tendenza sempre più violenta che sta predominando nelle
coscienze, sia in quelle che la violenza già la praticano nel delinquere sia in
chi la sta subendo e pensa a una reazione. Quel che certo è che Montegranaro
non è più una città sicura, il paese dove si lasciavano le porte aperte anche
di notte ora è un paese assediato dalla delinquenza. Ed è altrettanto certo che
davvero poco si possa fare per risolvere il problema, che è generale di tutta
la nostra civiltà e che richiede un ripensamento di tanti, forse troppi, meccanismi andati in panne.
Luca Craia
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