Non sono a conoscenza dei dati di
affluenza, non ho ancora parlato con Mauro Lucentini, il deus ex machina di
questa splendida manifestazione che è stata il Presepe Vivente che in questo
momento starà meritatamente riposando dopo giorni di impegno costante e intenso
che ha prodotto un grande risultato. Però mi sento di dire che il nostro
Presepe è stato un successo. Gente ce n’era, tanta, l’abbiamo vista in fila
fuori da Porta Marina per entrare, l’abbiamo vista in giro per il nostro centro
storico. Quella stessa gente era visibilmente contenta, soddisfatta, forse
(azzardo) estasiata dall’atmosfera che siamo riusciti a creare. Ma il successo
non è questo, secondo me.
Il successo è la prova di
comunità. Cinquecento e passa Montegranaresi hanno lavorato gomito a gomito
realizzando un progetto comune. Cinquecento e passa Montegranaresi, che sì e no
si conoscevano e forse, domani, si conosceranno e riconosceranno, hanno subito
le intemperie, si sono acciaccati le dita col martello, si sono spaccati la
schiena, si sono messi in gioco vestendo costumi inconsueti per realizzare
qualcosa insieme, un qualcosa che ha un valore assoluto e che supera le
separazioni che viviamo quotidianamente.
Montegranaro è stata unita, sono
spariti, come per incanto, come per la fantomatica magia del Natale, i
dissapori, le antiche schermaglie, le divergenze. È sparita la politica, la
distanza economica, l’ideologia. Ho visto con i miei occhi la gente di
Montegranaro lavorare per Montegranaro. Solo per Montegranaro. Non per se
stessa ma per la Comunità. Ho
visto una prova di insieme assolutamente unica, un solo cuore battere all’unisono.
Non voglio esagerare ma ho visto un miracolo.
Forse domani le crepe si manifesteranno
di nuovo. Certamente i nostri problemi non sono stati risolti oggi. Ma, se
saremo capaci di far tesoro di questa esperienza, potremo voltare una pagina
importante per la nostra città. Potremo, domani e dopodomani, farci partecipi delle
difficoltà collettive, potremo vedere i problemi del singolo come problemi
comuni, potremo pensare come una sola, unica, indivisibile Comunità.
Forse (e continuo a usare il
condizionale, per la paura di eccedere in ottimismo) tutto questo non accadrà
domani, forse ci vorrà più tempo perché la ruggine è tanta e Montegranaro ha da
tempo dimenticato cosa significhi essere Comunità. Ma la strada è quella
giusta. Ci sono cinquecento persone che oggi hanno sperimentato quanto sia
bello sentirsi uno e non credo che lo dimenticheranno facilmente. Allora forza:
proviamo a cambiare Montegranaro da domani. Se un Montegranarese dice che ha un
problema facciamolo nostro. Se a Montegranaro c’è qualcosa che non funziona
(tante cose non funzionano) spendiamoci insieme per trovare una soluzione. Se a
Montegranaro c’è qualcosa per cui gioire, gioiamo tutti insieme, perché una
Comunità ha un cuore solo e tante menti. L’unione delle menti pensanti e
positive fa la salute del cuore della Comunità.
Luca Craia
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