Non è una novità
che l’affare “Calepio Scavi” sia
stata la pagina più nera della storia della politica montegranarese. Un’operazione
sulla carta geniale, perché dava l’opportunità al Comune di realizzare a costo
zero (sempre sulla carta) opere di grande rilievo e, come contropartita, si
dava al partner un tornaconto economico importante ma che non gravava sulle
casse comuni. Ma non è stato così e anche questa non è una novità.
Sappiamo tutto,
ormai, o quasi della vicenda: sappiamo chi sono i responsabili, sappiamo di
quanta leggerezza sia stata utilizzata, sappiamo che le conseguenze le
pagheremo, noi cittadini montegranaresi, per i prossimi lunghi anni, con
bilanci fortemente penalizzati, con capacità di spesa ridotta, con una crescita
del Comune bloccata. I responsabili sono noti, dicevo, ma siedono
tranquillamente in Consiglio Comunale, arringano, diventano determinanti,
sostengono la maggioranza che, invece, dovrebbe rifiutare ogni sostegno da
parte di chi ha massacrato politicamente Montegranaro.
Non per fare
dietrologia ma solo un’analisi della vicenda; che la Calepio avrebbe fatto la
fine che ha fatto lo si sapeva. Io lo sapevo, possibile che chi di dovere ne
era all’oscuro? All’epoca ero molto lontano dalla politica attiva, lavoravo
come area manager commerciale gestendo una zona geografica molto vasta che mi
portava a stare lontano da Montegranaro e ad avere pochissimo tempo a
disposizione per occuparmi come avrei voluto delle faccende del paese. Ma
ricordo molto bene, parlo del 2004, che molti miei clienti del settore edile mi
chiedevano se davvero a Montegranaro fossimo diventati così matti da fare
affari con la Calepio. Me
lo dicevano clienti geograficamente vicini ma anche lontani, uno addirittura mi
telefonò apposta da Campobasso. Quindi tutti sapevano com’era messa la Calepio. Perché i nostri
politici di allora (che poi, in tanti, sono quelli di ora) non erano a
conoscenza delle difficoltà della ditta bergamasca? Erano state prese
informazioni? Perché nessuna precauzione (fidejussioni, cauzioni)?
Certo, ora è
inutile piangere sul latte versato. Ma conoscere le responsabilità reali
sarebbe opportuno e corretto nei confronti dei cittadini. E, soprattutto, i
responsabili già noti e conclamati, abbiano la decenza di fare uno, due, dieci
passi indietro, allontanarsi dalla scena politica se non altro per una
questione di dignità. La stessa dignità che dovrebbe impedire a chi ci governa
oggi di accettare qualsiasi tipo di aiuto politico da queste persone.
Luca Craia
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