Fedele Boffoli, una vita dedicata all’arte – di Anna Lisa Minutillo
Fedele
Boffoli (nato a Bari il 3.1.64), vive a Trieste dal 1985, ha dedicato gran
parte della propria vita all’Arte. Ha suonato come autodidatta (chitarra e
tastiere) e composto brani musicali inediti, con suoi testi, ha frequentato corsi
di Qi Gong e Tango argentino e messo in scena – quale ideatore – con il maestro
Ubaldo Sincovich, lo spettacolo di teatro -poesia-ballo “Il Tango
dell’Onda”.
Ha
collaborato con i mensili culturali Euroarte di Lecce e L’Attualità di Roma. Ha
pubblicato: poesie (Webgalleria Anforah: Poièsi, Chrònos, Il Sole della Luna –
2003/2008; Le Storie dell’Onda – 2006 e 2010); Racconti brevi (inediti: I
Racconti del Caffè Tommaseo); saggi come curatore, vari autori – 2007 e 2010: La Via, in Risposta alla Lettera
di Giovanni Paolo II agli artisti); cataloghi e calendari d’arte.
Ha
più volte presentato le proprie gigantografie fotografiche e fotopitture in
fiere, gallerie d’arte e sul web; ha posato come modello per un corso
fotografico sul chiaroscuro. Dal 2009 ha realizzato numerosi videoclip
artistici, presenti sul proprio canale You Tube. Ha esposto in numerose mostre
personali e collettive in importanti città italiane (Bari, Cesena, Milano,
Padova, Parma, Pordenone, Roma, Torino, Trieste, Udine…); ha partecipato a
concorsi ed entrato in giurie; è presente su annuari, cataloghi d’arte e
riviste specializzate del settore; è recensito dalla critica.
Ha
illustrato: il libro “Barriere” di E. Fidemi. E’ ideatore-autore di:
“Fototeatro Didascalico” (performance – sintesi circolare di teatro, fotografia
e didascalia – 1998); Alchemical Dress Painting (pittura alchemica su abito
indossato – 1998).
Ha
creato lo stile per la linea dei gadgets del Movimento Arte Intuitiva (abiti,
felpe, magliette, borse, tappetini per mouse, quaderni di poesia e immagine…).
E’ fondatore di Cenacolo Arte Intuitiva, Gruppo “T” Tradizione Arti e studi
dottrinali (1999 – 2002) e Webgalleria d’Arte e Poesia Anforah per la
promozione dei nuovi talenti artistici (2003). Ha curato l’esecuzione di numerosi
laboratori interdisciplinari e manifestazioni in un suo programma formativo dal
titolo Culturspazio Spettacolo.
Ha
realizzato: progetti interattivi di apprendimento multilivello attraverso le
arti visive e letterarie, con più interventi in scuole di vario grado. Dal 2010, ha intrapreso, con
l’avv. Ezio Bonanni del Foro Roma e l’Osservatorio Nazionale Amianto, una
campagna di sensibilizzazione e informazione contro i pericoli dell’Amianto.
Notizie su di lui e suoi articoli sono stati pubblicati da quotidiani,
periodici di stampa, emittenti radiofoniche-televisive, locali e nazionali.
Fedele
Boffoli abbraccia ampi spazi di interessi che spaziano dalla pittura e ai video
di fotografia. Una persona ma anche una personalità molto ricca quella di
Fedele Boffoli che affascina con il racconto della sua vita e che trasmette la
voglia di andare oltre, di mettersi in discussione di arricchire e di
arricchirsi con l’entusiasmo del suo racconto ma anche con il ritegno di chi a
volte sceglie proprio l’arte per arrivare al cuore.
Come nasce il tuo amore per
l’essere poliedrico e cosa rappresenta il potersi esprimere per te?
«La
necessità di esprimersi è insita nell’essere umano ed è strumento,
indispensabile, di relazione tra noi e il mondo; l’Arte, in quanto particolare
alchimia realizzativa, fornisce totale libertà sull’uso dei particolari
linguaggi; fosse per me li praticherei tutti, ma, non essendo possibile, mi
devo limitare a quelli che mi sono, per affinità e cultura personale, più
consoni: pittura, poesia, fotografia, musica, ecc».
Cosa vuoi comunicare
attraverso le tue varie forme di espressività a chi legge, ascolta, o indossa
un capo dipinto da te?
«Tutto
è Uno, nell’inevitabile ciclo trasformativo di vita-morte-rinascita, e l’Arte
lo indica, di continuo, in ogni legame universale, nel rapporto, millenario,
tra l’umanità e il mondo. Nella nostra avventura terrena siamo, pertanto,
solamente partecipi del divenire complessivo, senza, paradossalmente, mai
disporne; ciò aiuta a vivere nel “qui e ora” l’essenza delle cose, con
semplicità, senza prevaricazioni e false aspettative».
Quali sono, se ve ne sono
state, le difficoltà che hai incontrato per realizzarti?
«Sul
piano personale non ambisco a nulla e sono contento di quello che faccio e di
come sono, se poi qualcuno riesce a condividere le mie opere… sono ancora più
felice. Relativamente all’attuale dimensione dell’Arte, osservo che, nel nostro
Paese, è a dir poco un disastro, è una continua demolizione di valori e di
senso; sembra, al momento, che l’attitudine preferita degli italiani sia quella
di farsi del male ad ogni livello. Parlare di Arte oggi è come bestemmiare
in piazza, eppure è l’unica pratica che consente di “tornare a fare le cose per
bene”, di recuperare dignità e stimoli, di tornare consapevoli».
Una domanda che avresti
voluto ti fosse stata rivolta e nessuno ti ha ancora fatto?
«E’
la domanda che ogni istituzione civile, nell’interesse collettivo, dovrebbe
rivolgere ai propri artisti, cioè: “Di cosa hai bisogno per svolgere,
dignitosamente, la tua attività? Ma, purtroppo, lascio a voi la risposta».
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