Milano, convegno sulla famiglia. liberi solo di tacere - di Anna Lisa Minutillo
Parliamo
troppo spesso di tolleranza, di condivisione, di libertà di espressione, di
maturità, ma non perdiamo mai l’occasione per dimostrare quanto poco siamo a
conoscenza del vero significato di questi termini e di quanto poco la nostra
preparazione, che tanto andiamo decantando come se fosse un ottimo calice di
vino rosso, sia completamente inesistente.
Accade
ancora, accade tutti i giorni nella vita che velocemente scorre e finiamo con
il reputare tutto come normalità, ma di normalità in questa nazione allo sbando
non se ne vede poi molta.
A Milano,
la città del futuro tutta proiettata su Expo e rilanci vari, si tiene il
convegno “difendere la famiglia per difendere la comunità” un titolone che
riempie gli occhi e desta interesse ma poi, alla fine, le cose stanno realmente
così?
Si parla,
fino a che a un giovane studente gay non viene in mente di rivolgere una
domanda e qui tutto ha inizio oppure è l’inizio della fine.
Si chiama
Angelo Antinori lo studente che ha deciso di protestare contro il convegno
organizzato dalle associazioni cattoliche a Milano; è originario di Palermo, ma
vive in Lombardia perché studia giurisprudenza all’Università Bocconi. «Volevo
solo fare una domanda, porre una questione in questi convegni senza
contraddittorio, dove temi complessi come l’omosessualità sono presentati con
troppa semplicità», si giustifica con i cronisti dopo essere stato portato
fuori dall’Auditorium. «I rischi sono che istituzioni, come la Regione Lombardia,
possano avvalorare le teorie che come minimo richiedono contraddittorio».
Certo è
stato un bel fuori programma a cui forse chi prendeva parte al
convegno non era pronto a rispondere. Oppure la domanda che il giovane
voleva rivolgere loro dava fastidio?
Il
ragazzo chiede: «Quanti di voi sanno se il proprio figlio è
omosessuale?». La risposta è stata mandarlo via.
Ecco
facciamo così, come sempre nella vita si allontanano le cose “scomode” e si fa
finta di non vedere quelle realtà che scomodamente, ma in modo conveniente per
alcuni, vale la pena di sostenere e di avvallare.
Tutti a
spacciare le loro menti come aperte e pronte ad affrontare tematiche delle più
particolari e poi quando in uno Stato che dovrebbe essere democratico e aperto
al confronto a qualcuno viene in mente di rivolgerla una domanda, senza
invadere, con il dovuto garbo, l’unica cosa che si riesce a fare è quella di
alzare le mani, strattonare, allontanare, alla presenza di “uomini politici”
che sghignazzano copiosamente senza dare neanche il tempo alla platea di
comprendere quanto viene domandato?
Si
continua a tollerare l’intollerabile in questo Paese che sempre più delude,
affama, distrugge sogni e futuro, tutto pur di non guardare dentro le coscienze
di quanti si professano credenti, ma qui non si capisce proprio però quale sia
questo credo con cui e di cui si riempiono allegramente le loro boccucce.
Cosa
spaventa? Cosa non si deve sapere? Cosa sarebbe meglio fare? Uccidere tutte le
persone che per un motivo o per l’altro differiscono da noi per qualche piccolo
o grande particolare?
Sarebbe questo il modo nel 2015 di risolvere le unicità che fortunatamente
esistono e rendono la vita colorata e ricca di sfumature differenti?
Qui bisogna
fare gli eroi ogni giorno cari i miei benpensanti! Ogni giorno le persone
devono alzarsi e farsi andare bene questo mondo che gli state distruggendo
davanti agli occhi sporcandolo di malaffare, di concussioni, di prevaricazioni,
di abusi, di sporcizia, di malasanità, di infrastrutture non richieste, di
arroganza con cui vi prendete il diritto di rubare il lavoro a chi
dignitosamente lo ha sempre svolto facendovi arricchire fino a non poterne più,
di falsità e inganni, di promesse mai mantenute.
E voi?
Voi siete
spaventati al solo cercare per una volta di guardare in casa vostra?
Siamo onesti per una sola volta: ai vostri figli regalate attici a spese dei
contribuenti, pagate master nelle capitali prestigiose del mondo, pagate anche
i vizietti di coca e sballo settimanali, li osservate andare in giro per il
mondo senza mai che si rendano utili per la società, mai che prendano una pala
in mano per cercare di tirare fuori qualcuno dal fango di cui i loro genitori
li hanno ricoperti, mai nessuno che scava fra le macerie, mai nessuno che dia
una mano nelle stazioni anche solo per portare un the caldo a chi ne ha
realmente bisogno e davvero pensate che con la noia che gli proviene da una
vita piena di ogni tipo di eccesso non si siano mai concessi una “scappatella”
per vedere com’è e cosa si prova nello stare dall’altra parte della barricata?
Ho capito cosa vi spaventa adesso, per rispondere avreste dovuto togliere
l’intero prosciutto dagli occhi e questo fa male si è vero fa tanto male.
Ora
andatelo a raccontare alle madri che stanno piangendo tutte queste
prevaricazioni sulle tombe dei loro figli che non hanno retto a questo essere
sempre additati perché “diversi” e non sto parlando solo dal punto di vista
sessuale… diversi nel vestire, diversi perché creativi, diversi perché magari
in sovrappeso, diversi perché timidi, diversi perché credevano a un mondo
in grado di lasciare loro lo spazio per potersi esprimere liberamente, sì
liberamente proprio così come tanto andate predicando.
Questa
sarebbe carità cristiana? Questa sarebbe tolleranza? Questo sarebbe altruismo?
Questo sarebbe avere ancora un cuore?
Non mi
appartiene un mondo così, non mi appartiene e non voglio mi appartenga mai.
Iniziate a compatire voi stessi per non essere pronti a mettervi in
discussione, per non essere pronti ad ampliare le vostre vedute, per la
facciata dietro cui vi coprite facendo finta che vada tutto bene,nell’illusione
che voi non sbagliate mai, che ascoltate sempre tutti e forse un bel mea
culpa (dato che siamo in tema) non ci starebbe male.
Io lo so
che non siamo diventati tutti ipocriti, lo so che c’è ancora chi ha voglia di
fare domande, lo so che c’è chi non si accontenta di vivere una vita
preconfezionata e so anche quanto faccia male vivere in un mondo che non è ciò
che vorremmo fosse, ma so anche che immaginarlo diverso vorrebbe dire privarmi
delle belle persone che ancora ci sono…
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