RACCONTI. L’ANNO È NUOVO, E NOI? - di Anna Lisa Minutillo
E’
che si sentono ancora gli echi degli ultimi sogni, quasi come se le menti
fossero troppo rumorose e li facessero arrivare fino a me.
E’
che non si smette mai di desiderare qualcosa di differente, che si dipingono
scenari inventandosi colori nuovi da prelevare dai tubetti delle tempere della
fantasia e così, come per gioco si creano miscele di colori per guardarne poi
stupiti il risultato ed usarli successivamente per colorare la tela della vita.
E’
che si avverte il rumore del tempo che trascorre inesorabile e si proietta
verso il domani ciò che non siamo riusciti a realizzare ieri.
E’
che ogni volta con la sostituzione di una cifra nella data si pensa di poter
sostituire le brutture a cui abbiamo assistito con qualcosa di nuovo e di vero,
qualcosa che davvero potesse far dimenticare ciò che ci ha feriti, segnati,
delusi, disincantati ma non sconfitti.
E’
che ci si ritrova così a guardare ciò che non vorremmo più vedere e non si
trova la soluzione oppure ci si scontra con chi invece di portare una soluzione
si diverte ad ingrandire ed a peggiorare il problema.
E’
che a volte manca il coraggio di osare, che si teme sempre ciò che non si
conosce e ci si dimentica che non conoscevamo niente nemmeno prima di ciò che
saremmo diventati, di ciò che ci sarebbe accaduto, di chi avremmo amato, del
primo appuntamento oppure dell’ultimo addio lasciato morire sulle labbra per
non fare troppo rumore e non disturbare la vita altrui.
E’
che ogni notte sembra uguale all’altra ma invece racchiude in se la magia di
sensazioni sempre differenti perché quando cala la luce i ricordi urlano forte
ed attendono di essere cullati prima di riuscire a farci riposare sereni
dimenticando per poche ore che la vita è sempre qui con noi e segue il nostro
navigare per i mari del mondo.
E’
che a volte le parole sembrano non essere sufficienti a spiegare il sentire la
vita così forte oppure è solo la vita che non ha bisogno di parole ma di fatti,
si di quei fatti che restano sempre chiusi nei pensieri e poco seguiti dalle
azioni.
E’
che sarebbe bello solo per una volta non vedere le speranze ed i cambiamenti
riposti in cifre che alla fine sono solo numeri che compongono una data riposti
nelle azioni degli uomini piuttosto che nel solito blaterale, altrimenti di
nuovo c’è solo l’anno ma se i cambiamenti partissero realmente e da noi sarebbe
diverso.
Mi
suona sempre più strano avvertire come e quanto stia mutando il mondo che ci
circonda e da quanto immobilismo questo sia accompagnato, l’immobilismo delle
idee, della creatività, dell’abbandono dei sogni, della paura di dire ciò che
si pensa,della perdita dei valori da riporre nelle piccole cose che alla fine
sono poi quelle che rendono grande e migliore la vita.
E’ che un mondo dove ci si da per vinti senza aver
tentato non fa davvero per me e che non mi abituerò mai a situazioni poco
chiare, a scambi di favori, a mercificazioni delle nostre vite, alle privazioni
di diritti che abbiamo ottenuto dopo anni di lotte e di discorsi che hanno
impiegato numerosi giorni prima di riuscire a compiere il giusto volo per
arrivare la dove dovevano arrivare.
E’ che non si possono continuare a vedere scenari in
cui si offende l’intelligenza altrui senza risentirsi minimamente, è che non mi
piacciono questi personaggi dubbi che si aggirano furtivi attraverso la rete
per reclutare orde impazzite di fans che nulla o poco sanno della potenza della
comunicazione.
E’
che a volte sarebbe preferibile il silenzio e l’azione piuttosto che questo
rumore di fondo che tende a dare importanza a chi ne ha già dimenticandosi
sempre e comunque di chi non ha quasi più nulla perché privato di tutto anche
della speranza.
E’
che se non cambiamo noi tutto diventa complesso, è che se non pensiamo noi a
tendere una mano d’aiuto a chi vive in strada, non ha una casa, è stato privato
del lavoro, non ha una pensione che gli consenta di vivere dignitosamente, è
stato emarginato per scelte differenti da quelle in cui si uniforma la maggior
parte delle persone ,arriva in questo paese scappando dalla violenza della sua
terra per sopravvivere, si ritrova in strada per fallimento o quant’altro qui
non cambierà mai nulla.
Non chiedo al nuovo anno di essere diverso più felice
o meno , più intenso o meno, più sereno o meno ma lo chiedo a noi , lui infondo
è solo un anno da salvare, da dimenticare, da maledire, da conservare, da
apprezzare, di cui ridere o piangere, di cui ritenersi appagati o meno ma ciò
che pensiamo di un insieme di numeri dovremmo iniziare a pensarlo di noi.
Non
è il nuovo anno a dover essere nuovo dobbiamo essere noi a darci una mossa, a
dimostrare che ci siamo e che siamo più agguerriti che mai, che abbiamo
imparato a farcele da se le cose di cui abbiamo bisogno.
Lasciamoli
tutti li a litigare fra di loro, a fare gli splendidi, non diamogli più seguito
e prendiamo possesso di noi stessi come prima cosa, torniamo a mettere al
centro le nostre persone, i nostri bisogni, facciamo vedere a tutti come il
mondo se viene gestito senza pensare solo al profitto può tornare ad essere
incantevole ed a donarci la gioia di essere vivi.
Torniamo
a dare valore all’essenziale, non facciamoci condizionare in tutte le scelte,
scappiamo dalle caselle di questa grande scacchiera dove qualcuno studia le
mosse per noi e c’è le fa eseguire condendole di cose fatte per il nostro bene…
siamo grandi ormai per dare credito a tutte queste manfrine da quattro soldi.
E’
che lo so che appare utopico e strano, è che lo so che la maggior parte delle
persone prenderà coscienza solo quando toccherà anche a loro di ritrovarsi in
alcune situazioni elencate sopra, è che lo so che alcune cose sembrano distanti
da noi e in questo modo ci perdiamo gli instanti che invece ci potrebbero
ancora salvare, è che a volte non so davvero quante e quali siano le persone
che si vogliono realmente salvare da questo sistema che priva ma non premia
nemmeno con un sorriso chi si da da fare.
E’
che lo so che tutti si lamentano per le tasse che continuano ad aumentare e che
sono in fila per i saldi predicando di non avere più soldi, è che lo so che la
vita è una sola e che qualche capriccio bisogna anche toglierselo ma
perdonatemi tanto se io non ci riesco proprio a vedere in una pelliccia, nel
solito solitario, oppure nel trattamento di bellezza alla spa più rinomata del
momento un capriccio ma solo un uniformarsi nel fare le cose che tutti fanno per
non essere da meno.
E’ che la magia dell’incanto che vedo nel sorriso di
chi riceve un caffè pagato, una colazione offerta senza nulla chiedere in
cambio, nell’ascolto di chi non viene più ascoltato, nel congratularsi con chi
lotta con la sua stessa vita per andare a soccorrere chi si ritrova perso e
solo in mezzo al mare, nello sguardo di chi tramite un’azione semplice riesce a
dare conforto non lo ritrovo in nessun’altra cosa e penso che questo sia uno
dei tanti motivi per cui valga la pena vivere.
E’ che non voglio credere nel nuovo anno ma negli
uomini e nelle donne nuove, ripuliti da fronzoli, liberati da schemi
precostruiti, senza uniformi ne strane aggregazioni, fieri negli sguardi e nei
cuori e sereni nella comunicazione, con sogni e progetti da realizzare e con la
volontà che non li abbandoni mai altrimenti vorrebbe dire abbandonare se stessi
nelle mani e nelle menti diaboliche che vogliono solo intimorirli ed
appiattirli per non avere la seccatura di dover poi dare loro una risposta.
E’
che gli uomini nuovi sono nascosti ma ci sono, è che non può essere tutto
deciso e subito senza proferire parola, è che bisogna smettere di lamentarsi e
cercare nuove strade per rialzarsi, è che a far diventare nuovo l’anno appena
arrivato dobbiamo essere noi perché meritiamo la possibilità di riprenderci in
mano le nostre esistenze e di lasciarle volare dove solo gli audaci hanno il
coraggio di arrivare.
Siate
sempre delle nuove persone che rendono nuovo il cammino della vita colorandolo
con i colori dei loro sogni.
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