C’è una nuova concezione di
diritto d’opinione, di libertà di espressione, di facoltà di criticare che
viene ripetutamente espresso dalla destra di governo cittadina, ivi compreso il
suo più alto esponente nonché seconda carica comunale, il Vicesindaco. Secondo
questa visione chi non si è candidato non avrebbe diritto di criticare. Più di
una volta ho letto sui social di personaggi della suddetta area politica che
apostrofavano utenti in disaccordo con loro con frasi del tipo: “allora
candidati e poi ne riparliamo” o “perché non ti candidi e ci pensi tu”. Lo
stesso Vicesindaco ha più volte redarguito il sottoscritto ricordandogli le sue
“scarse performance” elettorali del passato (1990 e 1995 – ndr) e
confrontandole con le sue certamente più alte prestazioni. Lo scopo sostanziale
è quello di dire che, se vogliamo permetterci il lusso di dire la nostra, di
criticare chi ci governa o anche soltanto dare un’opinione in dissonanza con la
loro, dobbiamo prima presentarci alle elezioni e poi, eventualmente se eletti,
discutere in sede istituzionale. Altrimenti silenzio.
Ebbene non è questa la
democrazia. Capisco che una certa destra faccia anche fatica a ragionare in
senso democratico, ma la democrazia rappresentativa, quella che abbiamo in
Italia o che, per lo meno, ci fanno pensare di avere, non da obbligo al
cittadino elettore di fornire una delega in bianco all’eletto per la durata del
suo mandato privando lo stesso elettore, in questo periodo, di ogni facoltà di
critica. Il candidato eletto viene delegato dall’elettore a svolgere la sua
funzione ma l’elettore, tramite l’opposizione o in forma diretta può, anzi,
dovrebbe controllarne l’operato e manifestare il suo eventuale dissenso
liberamente. Di conseguenza l’eletto dovrebbe ascoltare con spirito costruttivo
e di servizio l’opinione degli elettori anche quando questa è totalmente in
disaccordo con il suo operato.
Del resto, se tutti i cittadini
che si occupano di politica (che sono sempre troppo pochi, purtroppo) dovessero
candidarsi, altro che le cinque liste che abbiamo visto alle ultime
amministrative montegranaresi! Altro che preferenze! Altro che
rappresentatività! L’attuale Vicesindaco governa Montegranaro con poco più di
un terzo dei voti (e quindi rappresentando una parte minoritaria dell’elettorato)
ma, se fosse come lui vorrebbe che sia, si andrebbe a governare rappresentando
soltanto qualche decina di cittadini. Se è questo il concetto di democrazia che
si ha…
Luca Craia
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