Singolare l’atteggiamento circa
il rapporto che le istituzioni, nella fattispecie il Comune, dovrebbe tenere
con il cittadino secondo l’amministrazione Mancini. Contrariamente a quanto affermato
e dichiarato in maniera chiara e convincente in campagna elettorale circa la
trasparenza e la partecipazione, l’amministrazione di centrosinistradestra sembra
comportarsi in maniera quasi opposta evitando con estrema cura che il cittadino
possa davvero contribuire in qualche modo all’opera di amministrazione. Prova
ne è che, ad oggi, nulla si è fatto per l’istituzione di organismi di
partecipazione popolare come, ad esempio, le consulte di quartiere. Prova ne è
che, ad oggi, momenti di incontro veri e propri con i cittadini, fatta
eccezione per quelli organizzati ad hoc in roccaforti politiche certificate,
non ce ne sono stati. Prova regina ne è che, alla proposta del Movimento 5
Stelle di istituire una commissione pubblica per fare chiarezza sui debiti
fuori bilancio (di cui, a quanto pare, l’amministrazione comunale soffre
particolarmente tanto da uscire sulla stampa un giorno sì e l’altro pure per
lamentarsene dando con ciò giustificazione alla scarsa operatività fin qui
registrata), la maggioranza ha prima convinto il rappresentante in Consiglio
Comunale dei pentastellati Giovanni Marilungo a ritirare la mozione con la
promessa di ripresentarne una unitaria e condivisa, e poi ha formulato una
proposta sostanzialmente chiusa nell’ambito del Consiglio Comunale stesso
istituendo una Commissione Consigliare a cui i cittadini non possono
partecipare.
Forse è una questione di
mentalità: il vicesindaco Ubaldi va scrivendo a destra e a manca (più a destra
che a manca, in verità) su Facebook e ovunque può la sua filosofia che
sostanzialmente dice che il cittadino, se vuole partecipare attivamente alla
scena politica, deve candidarsi e farsi eleggere. Chi non si candida o lo fa ma
non viene eletto per cinque anni deve osservare un religioso e rigoroso
silenzio lasciano carta bianca a chi vince le elezioni ed eventualmente a chi
fa opposizione. In questa concezione, si vede bene, la partecipazione popolare
non ha spazio alcuno.
Lo stesso assessore ai lavori
pubblici nonché vicepresidente della Provincia di Fermo, Aronne Perugini,
qualche giorno fa, dialogando con me e con altri, affermava che istituire una
commissione aperta sarebbe stato inutile perché “se già non vale niente una
commissione consiliare figuriamoci che valore può avere una non consiliare”. Il
valore alle cose lo si da per convenzione, per cui è evidente che nella
concezione di questa parte politica non si da alcun valore alla partecipazione
del cittadino alla vita pubblica. Non ci rimane che attendere le prossime
elezioni ed eventualmente candidarci in massa. Ognuno vota per se stesso e
vediamo che succede.
Luca Craia
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