A proposito della proposta de Il
Labirinto di adottare le fonti antiche di Montegranaro, oggi sul Corriere
Adriatico il giornalista Marco Pagliariccio si domanda: “il comune cosa fa?”. Sarebbe
interessante sentire la risposta degli interessati, ma una risposta nei fatti
già l’abbiamo. Sta nei fatti il concetto che questa amministrazione comunale ha
del turismo e dei beni storici e culturali. La leggiamo anch’essa nel giornale
di oggi, dal quale apprendiamo che il Comune sarà presente al BIT di Milano con
uno spazio all’interno del padiglione delle Marche. Bene, ottima iniziativa.
Cosa offre il comune di Montegranaro? Lo sappiamo dalla brossure che è stata
predisposta con il tour operator E-Week col quale si collabora per promuovere
il turismo nostrano (tra l’altro senza che vi sia stato alcun bando, mi pare di
capire): “visite guidate di laboratori artigianali” e giù a raccontare la
storia della nostra produzione industriale. Ottimo, ma ci sono solo le scarpe a
Montegranaro? No, nella brossure si parla anche di affreschi e centro storico,
ma molto marginalmente. Inoltre voglio vedere quale centro storico verrà
mostrato ai turisti considerando che per ¾ è impresentabile.
Un Comune che non ha in mente un
centesimo per valorizzare, restaurare, rendere fruibile il proprio patrimonio
culturale (centro storico a pezzi, teatro Novelli che crolla, Torrione che crolla, grotte sconosciute, tele
dei Ricci mangiate dai tarli, fonti scomparse, case di terra non pervenute,
cartellonistica inesistente, ecc…) andando al BIT con questi presupposti spreca
solo soldi.
Arkeo opera nel settore
turistico, con le difficoltà evidenti che ci sono a Montegranaro, da anni con
risultati riguardevoli. Diciamo che abbiamo una nostra esperienza e una nostra
conoscenza del settore. L’abbiamo messa a disposizione dell’amministrazione
comunale sin dai primissimi giorni ma non veniamo mai consultati, nemmeno in
questa occasione. Il Comune non ha nemmeno l’umiltà di confrontarsi con le
realtà operanti da anni e che già portano risultati, semmai preferisce inserirsi
di prepotenza sulle stesse iniziative approfittando del lavoro svolto dagli altri.
Ma continua a considerare Montegranaro come terra di scarpe e non come un paese
che possiede un notevole patrimonio culturale da valorizzare e fruttare
turisticamente. Ovviamente insieme alle scarpe. Solo che per valorizzare i beni
culturali bisogna investire e non mi pare aria. E per collaborare con
associazioni come la nostra bisogna lasciare da parte i giochini politici che
si sono fatti fino ad oggi riguardo all’associazionismo. E anche qui non mi
pare aria.
Luca Craia
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