foto di Graziano Morlacco |
Oggi c’è stato un pranzo al quale, per altri impegni, non ho potuto
partecipare. È stato un peccato perché era l’incontro conviviale delle
associazioni montegranaresi che hanno dato vita a quella prova di insieme
grandiosa che è stata il presepe vivente e, quindi, era l’occasione per passare
un po’ di tempo spensierato insieme che non comportasse fatica e decisioni.
Dalle foto pubblicate dagli amici su Facebook vedo che è andata molto bene e me
ne compiaccio. Sono momenti importanti, che fanno rivivere quel senso di
comunità che, purtroppo, a Montegranaro manca da anni.
Credo che la strada da seguire sia questa. A Montegranaro abbiamo una
grande ricchezza data dal gran numero di associazioni attive e produttive che
tanto fanno per il paese sopperendo molto spesso alle carenze del pubblico. C’è
gente che ha idee, inventiva e voglia di fare. C’è gente che si spende senza
chiedere nulla in cambio se non il riconoscimento del lavoro svolto. C’è gente
che si inventa iniziative, che usa la propria creatività a favore della
collettività e se magari questi prodotti poi vengono cavalcati da altri, alla
fine, poco importa. L’importante è il risultato. E il risultato si comincia a
vedere, al di là dei parassiti che ne approfittano e della politica che da un
lato rema contro e dall’altro se ne bea.
È questa la direzione: ogni realtà associativa deve mantenere la sua
identità, la sua autonomia decisionale, la sua personalità. Quando serve tutto
questo si condivide con gli altri per creare qualcosa di più grande, senza,
però perdere la propria identità. Questo ci ha insegnato l’esperienza del
presepio. Questo deve essere la rocca da difendere.
Nessuno deve strumentalizzare in alcun modo questa esperienza. Coordinamenti
imposti e superorganizzazioni pilotate non devono avere terreno fertile. Le
associazioni di Montegranaro sanno benissimo come muoversi insieme dietro a un
progetto comune e nessuno può spiegare loro cosa fare e come fare. Lo stiamo
già testando col cinema di speranza promosso da Extravillage al quale collaborano diversi sodalizi. Non si deve
pensare a un calderone delle associazioni. Le associazioni si uniscono intorno
a progetti condivisi e poi, ognuna, torna nel proprio ambito. Pensare
diversamente è perdente. Non lo fate.
Luca Craia
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