Darsi da fare per la propria città, farlo convintamente e per questo
combattere. Combattere per ottenere risultati, combattere per difendere i
risultati ottenuti. Combattere contro l’opportunismo, la cattiveria, l’invidia,
la stupidità. Questo è quello che, purtroppo, bisogna fare se si crede in
qualcosa. La conseguenza è la malevolenza di tante persone, che sarebbe nulla
di fronte alle tante altre persone che, invece, apprezzano ciò che fai (anche
se non lo fai per questo), non fosse per gli atti di cattiveria gratuita,
meschinità e pochezza morale e intellettuale che troppo spesso bisogna subire.
L’ultimo della serie è la chiusura del profilo Facebook di Arkeo.
Sgombriamo il campo: il regolamento di Facebook è chiaro e dice che i profili
personali debbono essere, appunto, personali. Quindi aziende, enti,
associazioni devono aprire pagine e non profili. Solo che è consuetudine
diffusa aprire profili personali anche per associazioni e quant’altro perché risulta
molto più facile da gestire. Infatti, se ci fate caso, esistono milioni di
profili personali che, invece, non sono di persone. Normalmente Facebook
tollera tutto questo sia perché, in realtà, non si fa nulla di male, sia perché
andare a controllare, anche al campione, risulterebbe piuttosto complicato e,
soprattutto, costoso. Ecco, quindi, che la chiusura di un profilo come il nostro
non è certamente venuta da Facebook di sua sponte ma dietro segnalazione di
qualcuno.
Ora la pagina di Arkeo è tornata online, trasformata in pagina,
appunto, e non più profilo. Nell’operazione sono andate perse le foto, i post,
la rassegna stampa, un sacco di documentazione. Dovremo lavorare sodo per
rimettere un po’ di roba online e questo grazie alla pochezza di qualcuno.
Ci siamo abituati. Già qualche anno fa un socio uscito dal direttivo
in polemica con lo stesso, essendo in possesso della password, era riuscito a impadronirsi della pagina Facebook e solo perche previdenti siamo riusciti
a recuperarla. Da quel momento ne abbiamo subite di ogni tipo: dalla cacciata
dalla settimana della cultura alla “spiata” alla SIAE per il concerto degli
Agrikola (inutile perché era tutto in regola). Ne potrei narrare a pacchi ma
non voglio tediarvi. Scrivo tutto questo solo per far capire quanto a volte sia
difficile fare quello in cui si crede. Ma noi continueremo a farlo, alla
faccia di chi ci vuole così male e, a quanto pare, ne vuole anche a Montegranaro,
anche se afferma il contrario.
Luca Craia
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