Veregra Street è sempre stata la fonte primaria di sostentamento
economico per molte associazioni montegranaresi. Allestire una locanda per il
festival degli artisti di strada è faticosissimo, costa molto impegno e
comporta un certo investimento, tutto questo per realizzare fondi da destinare
alle attività associative. Queste attività normalmente sono immensamente utili
a tenere vivo culturalmente il paese. Per questo ci si aspetterebbe che il
Comune sia grato alle associazioni per le loro attività e cerchi di sostenerle
il più possibile anche in periodi particolarmente difficili da un punto di
vista economico come quello che stiamo vivendo.
Quest’anno, inspiegabilmente, il Comune ha deciso di chiedere un
contributo monetario piuttosto ingente alle associazioni che intendano
partecipare al Festival allestendo una locanda. SI tratta di 500 Euro per chi
la allestisca nella propria sede a cui vanno aggiunti ulteriori 500 Euro
qualora si usufruisca di spazi pubblici. Inoltre è richiesto un contributo in
natura pari a un certo numero di pasti gratuiti giornalieri destinati agli
artisti, contributo quantificabile in una cifra che può variare dai 500 ai 1000
Euro per tutta la durata del festival.
Parliamo quindi di un investimento di circa 1500/2000 Euro solo da
destinarsi al Comune, col rischio che il maltempo o la poca affluenza facciano
rimettere soldi alle associazioni. Vale la pena ricordare che le associazioni
sono normalmente senza fini di lucro e quindi si espongono a rischi economici
per finanziare attività di pubblica utilità. Normalmente un comune dovrebbe
sostenere questo tipo di attività. In questo caso, invece, si aggrava il
rischio finanziario che le associazioni si assumono. Il perché non si capisce.
O forse sì.
Fatto sta che, a queste condizioni, pare che quasi tutte le
associazioni che normalmente allestiscono locande nel corso del Veregra Street
Festival quest’anno soprassiederanno. In questo modo non avranno l’opportunità
di autofinanziarsi ma eviteranno rischi inutili e, in questo momento,
difficilmente sostenibili. Ma, al contempo, avranno meno potenzialità
economiche per le proprie attività. Tutto questo va a discapito della città.
Cosa ci guadagni il Comune non si capisce. A meno che non si tratti di una specie
di vendetta o ripicca o chiamatela come volete.
In effetti i vertici di Piazza Mazzini sembra abbiano mal digerito i
fatti legati alla realizzazione del Presepio Vivente. Il Sindaco stesso si era
proposto come coordinatore (anche se per tramite della Proloco o di chissà
quale organismo di coordinamento di cui si parla da mesi ma del quale non vi è
traccia, né necessità), per poi dover fare marcia indietro dietro la manifesta
volontà di tutte le associazioni che hanno concorso all’evento di
autodeterminarsi, com’è giusto che sia. La manifestazione è andata benissimo e
si è consolidata una forte coesione tra le varie associazioni, coesione vista
non proprio di buon occhio dall’amministrazione comunale, evidentemente
preoccupata di non poter gestire il panorama associativo come vorrebbe, fatta
eccezione per le solite quattro associazioni “amiche”. Ora, a pensar male si fa
peccato, però di solito ci si acchiappa. Speriamo di sbagliare.
Luca Craia
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