In tutto questo parlottio sul primo maggio al laghetto a Montegranaro,
passa in secondo piano la figura della Proloco nostrana. Eppure anche questo
rappresenta un segno dei tempi e la sua assenza ormai prolungata dal panorama
associativo cittadino va analizzata e capita. In realtà formalmente la Proloco
ancora esiste: ne vediamo il logo su diversi manifesti di iniziative
patrocinate dal Comune e dal quadrumvirato associativo, partecipa alle riunioni
(sempre con lo stesso rappresentante del direttivo) ma non abbiamo notizie del
Presidente e non vediamo iniziative attive e dirette da un sacco di tempo. Che
è successo?
È successo, a mio giudizio, che la Proloco è stata sacrificata
politicamente dall’amministrazione comunale. Dopo averla inizialmente
sostenuta, prima tramite il suddetto quadrumvirato associativo (ricordiamo la
cacciata di Arkeo dalla settimana della cultura 2014, che la stessa Arkeo aveva
organizzato, voluta proprio dalle quattro associazioni riunite nel medesimo logo facenti riferimento ai soliti soggetti invischiati tra associazionismo e politica, e
avallata dalla stessa Proloco), poi con un verbale appoggio mai realizzato nei fatti, l’amministrazione comunale ha tentato di sostituirla
con un fantomatico organismo di coordinamento che, però non è mai nato anche perché
mal visto dalla maggioranza delle associazioni. Il risultato è che la Proloco è
quasi morta e a sostituirla non c’è niente. Che dire, un ottimo risultato
politico.
Luca Craia
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