La notizia sta rimpallando sul web è sembra non si tratti di una
bufala: il Comune di Perugia ha modificato il regolamento di assegnazione degli
alloggi popolari agendo sulla quota di assegnazione del punteggio che rimane a
discrezione dell’ente locale e che da la possibilità di gestire quattro punti.
Si è quindi deliberato di assegnare questi quattro punti a cittadini italiani
residenti a Perugia da almeno 15 anni oltre che a disabili e anziani.
Ho già espresso in altri articoli del blog la mia posizione circa i
diritti degli stranieri sull’assistenza sociale italiana quindi non la
ripeterò. Ritengo che la decisione del capoluogo umbro sia giusta perché lo
straniero, che ovviamente deve godere di tutti i diritti universali dell’uomo,
non può però prevalere sui diritti economici acquisiti dai cittadini italiani
da generazioni col proprio lavoro, i propri sacrifici e le proprie tasse.
I quattro punti che Perugia assegna con questa logica non sono
certamente la soluzione al problema ma nemmeno un palliativo come qualcuno
cerca di affermare. Essi rappresentano un tentativo di arginare la creazione di
ghetti per stranieri tramite l’assegnazione degli alloggi popolari e
simboleggiano almeno la volontà che questo non accada.
L’assegnazione di diritti economici a stranieri, equiparandoli ai
cittadini italiani, è pericolosa perché, nella sua iniquità, generà fenomeni di
intolleranza generalizzata che possono innescare seri problemi sociali. Non si
tratta, quindi, solo di una questione di equità e giustizia ma anche un
potenziale problema sociale. Quindi l’esempio di Perugia andrebbe seguito da
tutti i comuni italiani.
Luca Craia
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