Il gioco di Salvini è chiaro: vuole smascherare la sinistra. E ha
gioco facile perché la sinistra ci casca con tutti e due i piedi puntualmente.
Quando Salvini vuole entrare nel cosiddetto Hotel House di Porto Recanati,
luogo dove nemmeno la polizia mette piede a cuor leggero, non lo fa perché ha
una vocazione al martirio ma perché sa che lì troverà puntualmente i soliti
stupidotti di sinistra che lo ostacoleranno, dimostrando senza dubbio alcuno
che la concezione di democrazia di questa nuova sinistra italiana non è affatto
dissimile a quello dei vetero o neo fascisti. Manca il rispetto per l’opinione
altrui, manca la concezione di libertà di parola, di opinione e di espressione.
Manca, soprattutto, l’intelligenza. E Salvini lo sa.
Chi va ad un comizio per tirare uova marce è un fascista, anche se
sventola la bandiera rossa. Chi va a un comizio a vociare scimmiescamente per
impedire a qualcuno di esprimere la propria opinione, giusta o sbagliata che la
si ritenga, è un fascista. Ed è pure cretino, perché rafforza e legittima l’avversario.
L’hotel house è un problema sociale e chi non lo ammette è in mala
fede. Creare un cordone intorno a quell’obbrobrio architettonico e umano sfruttando
gli stessi immigrati è stupido, meschino e antidemocratico. Ed è anche
irrispettoso verso gli stessi immigrati che si vogliono difendere. Il punto è
che si da l’idea di non volere, in realtà, difendere gli immigrati ma solo di
sfruttare la posizione in contrapposizione all’altra che esaspera il problema.
Sono due esasperazioni che si scontrano, tutte e due lontane dalla realtà e
dalla soluzione. Solo che Salvini si prende la ragione perché è abile nello
sfruttare la poca intelligenza, l’assenza di una strategia e la mancanza di
democrazia che, è evidente, esiste ed è ben radicata a sinistra. Alla fine lo
faranno vincere.
Luca Craia
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