Massimo l’ho conosciuto in corriera per andare a scuola. Era uno che
se ne stava per conto suo, un po’ per carattere, un po’ per quella gamba
strascinata che gli impediva di correre e star dietro ai coetanei. Stava per
conto suo ma era aperto, disponibile, un buon carattere. Solo che le cose sue
se le faceva da sé, zitto zitto. Mi ricordo un giorno che la corriera prese
fuoco. Erano tempi in cui le corriere erano stipate, i sedili si staccavano dal
pavimento quando l’autista frenava brusco, non avevano aria condizionata, quasi sempre avevano gli sportelli che si aprivano con la maniglia. E a volte
prendevano fuoco.
La nostra prese fuoco una mattina d’inverno che c’era la nebbia e un
freddo bastardo. Ricordo che ero seduto sul sedile posteriore, solo che il
sedile non c’era e si siedeva direttamente sopra un pannello a diretto contatto col
motore. Quando sentimmo il sedere scaldarsi e vedemmo uscire il fumo dai fori
delle viti urlammo “al fuoco” e l’autista si fermò. Eravamo a Trodica. L’autista andò al bar lì
vicino (i cellulari erano lontani da venire) e chiamò il garage per farsi
mandare un mezzo di riserva. Passò del tempo e molti decisero di tornare a casa
in autostop. Io e Massimo decidemmo di andare a scuola in autostop. Ci
spostammo dalla corriera e ci mettemmo sul bordo della strada. Lui camminava
zitto zitto.
Zitto zitto ha lavorato per il Comune per anni. Lavorava bene, lo
dicevano tutti. Lavorava con impegno, forse era l’operaio del Comune che si
impegnava di più. E lo faceva zitto zitto. Sorridendo, con la massima
disponibilità, se avevi bisogno di aiuto si spezzava per dartelo, nonostante
quella gamba strascinata.
Zitto zitto se ne è anche andato. Tanto zitto che non me ne ero accorto.
Me ne sono accorto l’altro giorno al cimitero, che sono andato a trovare i
miei, e ho visto la sua tomba fresca fresca, con i fiori e tutto il resto. Mi
dispiace molto, sia perché quando se ne va un coetaneo fa male, specie se quel
coetaneo lo conosci bene, sia perché era davvero una brava persona (si dice
sempre, ma in questo caso lo si diceva anche in vita) e Montegranaro perde una
persona importante. Perché uno che fa un lavoro come quello di Massimo ma lo fa
con la passione che ci metteva lui, con la sua serietà, con la sua abnegazione,
anche se lo fa zitto zitto è una persona importante.
Luca Craia
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