Lo scorso anno mi sono occupata della scomparsa
di Sara Panuccio a causa di una frana accaduta sull’isola di Ventotene, brutto
constatare quando in questo paese le leggi non vengano rispettate e lo vediamo
ogni giorno, ancor più brutto rendersi conto che per chi perde una figlia, un
famigliare a causa della superficialità e della negligenza travestita da
connivenze silenziose la cosa arrechi ancora più dolore poiché aggiunge dolore
al dolore per la perdita e per l’ingiustizia subita.
Ho raccolto questa dichiarazione da parte di
Bruno Panuccio che testimonia quanto sia breve la memoria quando si tratta di
ricordare alcuni episodi a dir poco “scomodi” che continuano ad accadere.
Vogliamo cercare di spezzare questa catene di ingiustizie? Vogliamo tornare ad avere fiducia nelle istituzioni ma onestamente davanti a parole come queste le mie parole si placano, diventano piccole e miste di stupore e di rabbia poiché tremendamente vere, reali, sentite.
Vogliamo cercare di spezzare questa catene di ingiustizie? Vogliamo tornare ad avere fiducia nelle istituzioni ma onestamente davanti a parole come queste le mie parole si placano, diventano piccole e miste di stupore e di rabbia poiché tremendamente vere, reali, sentite.
Posso solo cercare di dare loro una minima
visibilità anche e soprattutto per trasmettere a questo genitore ferito e
derubato di un bene grande (quale la vita di un figlio è )la mia vicinanza ma
anche la piccola dimostrazione che non tutti dimenticano alla svelta, che non
tutti scrivono solo per apparire, che non tutti sono superficiali e
disinteressati, per me è importante non lasciare la sofferenza da sola, è
importante tendere una mano , è importante cercare di capire e so che altre
persone la vedono come me.
Questa la testimonianza accorata ed a giusta causa da parte di Bruno Panuccio, raccolta e condivisa con tutti voi affinchè non si dimentichi, affinchè sotto quei massi non vada a finire anche il nostro cuore.
“Il 20/04/2010 muoiono a Ventotene , a causa di una frana , Sara Panuccio e Francesca Colonnello . In conseguenza di ciò, per la prima volta in Italia, viene condannato un amministratore pubblico per morte da frana. Costui è l’attuale sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso. La sentenza di Primo grado del 2014 è per lui di 2 anni e 4 mesi. Questo signore è lo stesso dello scandalo per aver appaltato ad una ditta di Napoli la progettazione e realizzazione (fortunatamente mai avvenuta) di un tunnel da 6 milioni di euro sull’isola, nonostante il parere ed il divieto della Regione Lazio (gli atti sono in procura). In questo periodo ogni giorno si parla sui media nazionali dei “candidati impresentabili” in Campania e Liguria, ma quasi nessuno sa che il sindaco Assenso è il capolista di una delle due liste civiche che si fronteggeranno a fine mese sull’isola. Vuole ottenere il terzo mandato consecutivo di Sindaco ed ha naturalmente ottime possibilità di riuscire nell’intento visto che questa volta ha dalla sua parte in lista chi oggi è consigliere d’opposizione, chi ufficialmente in questi anni lo ha sempre osteggiato e criticato aspramente. Ancor prima che come padre di Sara, sono indignato come cittadino. Partendo dal presupposto che si sarebbe dovuto dimettere di suo per rispetto delle vittime e della morale civile, qui siamo al paradosso del tenerlo in carica altri 5 anni, se vincerà, di conseguenza sarà ancora lui la massima autorità in carica per le funzioni di Protezione Civile, in netto contrasto con la condanna di cui sopra. Sarà’ lui a tutelare persone e territorio sull’isola, lui che attualmente è ritenuto per la giustizia italiana responsabile di omicidio colposo per l’inosservanza delle norme stesse, lui che ha mentito in aula sulla conoscenza del pericolo, lui colpevole certificato da prove documentali. È tutto ciò avviene nel silenzio di media ed istituzioni “
Questa la testimonianza accorata ed a giusta causa da parte di Bruno Panuccio, raccolta e condivisa con tutti voi affinchè non si dimentichi, affinchè sotto quei massi non vada a finire anche il nostro cuore.
“Il 20/04/2010 muoiono a Ventotene , a causa di una frana , Sara Panuccio e Francesca Colonnello . In conseguenza di ciò, per la prima volta in Italia, viene condannato un amministratore pubblico per morte da frana. Costui è l’attuale sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso. La sentenza di Primo grado del 2014 è per lui di 2 anni e 4 mesi. Questo signore è lo stesso dello scandalo per aver appaltato ad una ditta di Napoli la progettazione e realizzazione (fortunatamente mai avvenuta) di un tunnel da 6 milioni di euro sull’isola, nonostante il parere ed il divieto della Regione Lazio (gli atti sono in procura). In questo periodo ogni giorno si parla sui media nazionali dei “candidati impresentabili” in Campania e Liguria, ma quasi nessuno sa che il sindaco Assenso è il capolista di una delle due liste civiche che si fronteggeranno a fine mese sull’isola. Vuole ottenere il terzo mandato consecutivo di Sindaco ed ha naturalmente ottime possibilità di riuscire nell’intento visto che questa volta ha dalla sua parte in lista chi oggi è consigliere d’opposizione, chi ufficialmente in questi anni lo ha sempre osteggiato e criticato aspramente. Ancor prima che come padre di Sara, sono indignato come cittadino. Partendo dal presupposto che si sarebbe dovuto dimettere di suo per rispetto delle vittime e della morale civile, qui siamo al paradosso del tenerlo in carica altri 5 anni, se vincerà, di conseguenza sarà ancora lui la massima autorità in carica per le funzioni di Protezione Civile, in netto contrasto con la condanna di cui sopra. Sarà’ lui a tutelare persone e territorio sull’isola, lui che attualmente è ritenuto per la giustizia italiana responsabile di omicidio colposo per l’inosservanza delle norme stesse, lui che ha mentito in aula sulla conoscenza del pericolo, lui colpevole certificato da prove documentali. È tutto ciò avviene nel silenzio di media ed istituzioni “
Non posso che auspicare una presa di coscienza da
parte di chi legge, da parte di chi la legge dovrebbe farla rispettare, da
parte di chi onestamente vive e per mani forse non proprio oneste si ritrova
suo malgrado a morire.
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