Che uno possa scrivere un SMS anche la domenica delle elezioni è
pacifico, anche se si tratta di uno che ricopre cariche istituzionali. Che uno,
in questo SMS, possa scriverci quello che gli pare è altrettanto pacifico,
anche se ci scrive di votare uno piuttosto che un altro. Ma quando questo “uno”
fa continue paternali indicando in questo il cattivo, in quello lo sfigato, in
quell’altro il gufo e in quell’altro ancora quello che non ama il proprio
paese, un SMS mandato la domenica delle elezioni agli amici più fidati (che poi
tanto fidati non sono, visto che la cosa è trapelata) contenente
raccomandazioni non tanto su chi votare quanto su chi non votare, ci dice tutto
sul suo amore per il proprio paese e, soprattutto, sulla sua cattiveria.
Ma si tratta di cattiveria? Anche ma non solo, c’è anche tanto calcolo
politico, opportunismo, politica fatta alla vecchia maniera, quella per
occupare sedie e poltrone, per raggiungere il potere fine a se stesso e ad
altri fini. C’è una strategia di domino dove, se una tessera si sposta, per
dire, ad Ancona un’altra deve andare a Fermo e così via. Il vantaggio per il
cittadino? Difficile scorgerlo, anche alla prova dei fatti, tolte,
naturalmente, le asfaltature estemporanee della campagna elettorale e le passate
di spazzolatrice.
In questo gioco tutto fa comodo, dall’editoriale-spottone (non mi
piace il termine marchetta) fatto uscire due giorni prima del voto all’articolo
sul centro storico della domenica mattina. Che c’entra il centro storico? C’entra,
perché se un’amministrazione comunale si spende in maniera diretta dando
indicazioni di voto (o di non voto) poi c’entra tutto e il voto, che non
riguarda in Comune, assume valenza politica anche per quest’ultimo. E se io
critico il politico che chiede di far uscire l’articolo proprio la domenica del
voto e il giornalista si inalbera, allora devo pensare più male di quanto
stessi già pensando.
Ora attendo i dati relativi allo spoglio di Montegranaro per vedere se
questa strategia abbia o no sortito gli effetti desiderati. Ma conta poco.
Quello che conta è che mai in vita mia ho visto la politica scendere a un
livello così basso.
Luca Craia
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