La morte non può essere vista come qualcosa di
piacevole o da accettare così semplicemente come se fosse niente.
La morte non è mai giusta nemmeno se viene causata da mano altrui, facciamo fatica ad accettare quella che avviene per cause naturali, per malattia, dovrebbe essere così in ogni caso.
La morte non è mai giusta nemmeno se viene causata da mano altrui, facciamo fatica ad accettare quella che avviene per cause naturali, per malattia, dovrebbe essere così in ogni caso.
E’ un argomento molto delicato questo, argomento
che non può avere un solo angolo di osservazione e che deve comunque rispettare
chi è stato vittima di ingiustizia, sia nel caso di una pena inflitta e
subita, sia nel caso di vittime per accadimenti violenti avvenuti per mano
altrui, Le reazioni di sgomento e rabbia nel secondo caso sono lecite e
comprensibili, questi parenti di vittime inconsapevoli di cattiveria gratuita
hanno una cosa che li accomuna ai parenti innocenti dei carnefici, a coloro che
non hanno commesso il fatto e a cui non viene data credibilità nonostante le
prove fornite: il dolore devastante della perdita di qualcuno a loro caro. Questo
non è quantificabile, non è risarcibile, è qualcosa che annienta, solo questo.
Non so quale insegnamento possa dare infliggere la stessa pena a chi l’ha causata, non so se schierarsi come persone che si definiscono giuste e poi vedono nel proseguimento della violenza la strada giusta da seguire, non so se lavare con il sangue l’offesa subita possa fare di loro delle persone migliori: non ho risposte a queste domande ma me le sono poste spesso.
Non so quale insegnamento possa dare infliggere la stessa pena a chi l’ha causata, non so se schierarsi come persone che si definiscono giuste e poi vedono nel proseguimento della violenza la strada giusta da seguire, non so se lavare con il sangue l’offesa subita possa fare di loro delle persone migliori: non ho risposte a queste domande ma me le sono poste spesso.
Io che amo così tanto la vita, io che cerco di
vedere sempre un lato positivo anche ,come in questi ultimi tempi, il mondo non
offre scenari troppo allegri per essere ottimisti, sono un essere umano
con i miei dubbi, le mie curiosità.
Immagino non debba essere facile ricevere la
notizia della perdita di una persona cara senza aver avuto la possibilità di un
ultimo abbraccio, di un saluto, di una parola.
Dall’altra parte immagino debba essere
difficile restare tanti anni in carcere, isolati dai propri affetti, tentare
disperatamente di dimostrare la propria innocenza e non ricevere credito.
Mi spaventano le generalizzazioni, mi spaventa la
giustizia fai da te che spesso fa perdere il lume della ragione e spinge a
imbracciare un’arma e iniziare a sparare a casaccio, mi spaventano le
esasperazioni di questi ultimi tempi, gli animi tesi, e la perdita di
obiettività.
Mi spaventano però anche le decisioni prese
con lggerezza, la facilità con cui vengono lasciati impuniti quelli che vengono
colti in flagrante, così come mi spaventa questa propaganda della disonestà
come esempio da seguire, liberi di continuare a usare la buona fede
altrui.
Mi spaventa che non vi siano interventi di tutela
per le donne che denunciano i propri aggressori e molte, troppe volte
assistiamo a queste cronache di “morti annunciate”, mi spaventa l’indifferenza
che diventa partecipazione solo quando ad essere coinvolti siamo noi in prima
persona.
Difficile per me che amo la libertà, la vita,
l’espressività in ogni sua forma pensare che di colpo queste cose potrei
perderle perché a qualcuno viene in mente di rubarmele, difficile anche pensare
a qualcuno che da innocente se le vede portar via e trascorre il resto dei suoi
giorni appeso al filo della speranza di poter dimostrare il suo non
coinvolgimento in ciò per cui viene accusato.
Lo scandire delle ore che diventano tortura, le
ore scandite da chi viene privato della vita che diventano non vita e ricordi
fra le parole di chi gli ha voluto bene.
Questo l’episodio che ha fatto scaturire queste
riflessioni:
Huntsville,Texas, giustiziato Lester Bower Jr,
dopo oltre 30 anni nel braccio della morte.
Il condannato, 67enne, è il detenuto più anziano a essere stato condannato alla pena capitale nel ‘Lone Star State’ per l’uccisione di quattro persone nel corso di una sparatoria avvenuta in un hangar, all’interno di un ranch nei pressi di Dallas.
Il condannato, 67enne, è il detenuto più anziano a essere stato condannato alla pena capitale nel ‘Lone Star State’ per l’uccisione di quattro persone nel corso di una sparatoria avvenuta in un hangar, all’interno di un ranch nei pressi di Dallas.
Il fatto risale al 1983. Il movente dell’omicidio
fu attribuito al furto di un piccolo aeroplano che una delle sue vittime voleva
acquistare.
Lester Bower Jr si è sempre ritenuto innocente,
facendo appello alla Corte Suprema anche tre ore prima della sua esecuzione
definitiva. I giudici non ritennero attendibili le rivelazioni dei testimoni
presenti in aula, i quali attribuivano i delitti ad alcuni trafficanti di droga
presenti al momento della sparatoria.
“Il tempo per cercare la verità è finito”. L’uomo era riuscito a ottenere la revoca dell’esecuzione per sette volte: forse le prove d’accusa nei suoi confronti non erano così schiaccianti.
“Il tempo per cercare la verità è finito”. L’uomo era riuscito a ottenere la revoca dell’esecuzione per sette volte: forse le prove d’accusa nei suoi confronti non erano così schiaccianti.
“Molto è stato detto e scritto su questo caso.
Ma la verità non è mai venuta fuori”. Con queste parole, Lester Bower Jr, è
morto legato al lettino in seguito a una iniezione letale.
Gli Stati Uniti d’America fanno parte di quei
paesi dove tutt’oggi viene applicata la pena di morte (abolita in 120 stati)
come metodo di punizione legale dal sistema giuridico.
Inizialmente, due secoli fa, si applicava
l’impiccagione davanti ai familiari delle vittime e semplici curiosi.
Successivamente fu adottata la sedia elettrica inventata da Thomas Edison e
introdotta negli Usa nel 1888: la morte avveniva attraverso scariche elettriche
in tutto il corpo, una morte atroce e crudele sostituita con l’iniezione
letale, veloce e indolore, quasi una anestesia totale.
E se realmente le cose stessero come ha sempre
dichiarato questa persona? E se accadesse a noi? E se tutti questi anni non
avessero insegnato che non serve a nulla colpire una persona per educarne
cento?. E se non avessimo bisogno di violenza per risolvere i problemi?
Non credo esista un modo giusto per morire, non
credo nella morte come sistema per creare delle soluzioni, non credo nel sangue
che redime forse dovremmo educarci tutti diversamente. Forse dovremmo far si
che il sistema legislativo assicurasse il rispetto delle norme da seguire,
forse il sistema dovrebbe metterci nella condizione di credere ancora in
esso, forse siamo ancora immaturi per investire nella rieducazione, nella
speranza.
Non posso e non voglio credere che non vi possano essere altre strade per migliorare noi stessi, ritengo solo che non dobbiamo lasciare spazio allo sconforto dimenticandoci di essere uomini e donne con un cuore che spesso dimentichiamo di usare.
Non posso e non voglio credere che non vi possano essere altre strade per migliorare noi stessi, ritengo solo che non dobbiamo lasciare spazio allo sconforto dimenticandoci di essere uomini e donne con un cuore che spesso dimentichiamo di usare.
Non voglio urtare la sensibilità di nessuno e
nemmeno offendere chi non la vede come me ma non ci sto nel diventare colpevole
esattamente come chi commette l’errore di rendersi giudice e arbitro della vita
altrui.
Nessun commento:
Posta un commento