L'assessore al turismo perde l’ennesima occasione per tacere e, magari, confidare nella nota
corta memoria dei cittadini che, tra caldo, tasse e difficoltà di vario tipo,
avrebbero potuto dimenticare l’incommensurabile stupidaggine detta nei giorni
scorsi sul Veregra Street, e torna su tutti i giornali precisando e confermando
quanto confuse siano le sue idee sulla questione. Piccola marcia indietro
iniziale, per dire che “sarebbe da folli disconoscere il valore del Veregra
Street” (appunto) per poi spararne una migliore dell’altra.
Facciamo una fondazione per spendere meno, tanto per cominciare. E
dove li prendiamo i soldi per fare la fondazione? Chi li tira fuori?
Negli ultimi anni la giunta Gismondi ha lasciato la politica culturale
sulle spalle di Nuciari (“pur ottimo”, vivadio) ma “ora c’è un’amministrazione
che svolge appieno il proprio ruolo politico”. Lo abbiamo visto, specie con le
scelte nei riguardi della partecipazione delle associazioni, e ci viene quasi
da dire, con una sorta di si stava meglio
quando si stava peggio, che forse era davvero meglio quando chi non ci
capisce niente lasciava fare al tecnico che, almeno tecnicamente, le scelte le
sa fare.
Infine ritira fuori la sciocchezza del Festival della manualità,
innamorato come non mai del Picchio e delle sue bislacche teorie del richiamo
turistico della scarpa. Ci vuole spiegare, Beverati, a noi che non riusciamo o
non vogliamo azionare il cervello, che non si tratta solo di mercatini. Solo
che noi, fino a oggi, solo mercatini abbiamo visto. Mi sono sforzato di
accendere il cervello per vedere se mi stava sfuggendo qualcosa ma mi sono
accorto che il cervello era già acceso e che, forse, qualcun altro ce l’ha
fulminato.
Luca Craia
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