Non datemi del razzista se mi indigno di fronte alla notizia
della morte una donna italiana, figlia di Italiani, di gente che, in un modo o
nell’altro, lavorando, pagando le tasse, facendo il militare, facendo parte di
una comunità/nazione, ha contribuito a costruire il Paese dove oggi viviamo. Una
donna italiana sfrattata da casa, costretta a vivere in una tenda e a morire nel più miserevole dei modi. Una donna italiana che non ha avuto il diritto
a una casa popolare, a un sostegno, a un aiuto che la tirasse fuori dalla
palude in cui era finita. Aiuti che, invece, vengono dati in quantità a
cittadini stranieri (non profughi, attenzione, solo stranieri venuti in cerca
di lavoro, forse), ai quali vengono date case popolari e sostegni economici. Ho
sempre sostenuto che un Paese sedicente civile deve aiutare chi sta peggio e
chiede aiuto, compresi gli stranieri. Ma un Paese sedicente civile non lascia
morire in indigenza i propri cittadini, quelli che lo hanno costruito, mentre
aiuta gli stranieri. Non ha senso, non è logico, è disumano, è incivile. Non
datemi del razzista se mi indigno per questo.
Luca Craia
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