Non sono poi passati così tanti anni da quando facevo politica attiva,
anche se, talvolta, sembra quasi che ci fossero in giro i dinosauri. Erano gli
anni ’90 quando, giovanissimo segretario cittadino del Partito Repubblicano
(quello di Giovanni Conti, per capirsi), giravo per le stanze di piazza Mazzini
e imparavo i rudimenti della politica, mia grande passione, che oggi mi sono
ancora molto utili. E ricordo che, allora, era assolutamente normale nominare
nei Consigli di Amministrazione delle controllate o degli enti secondari
persone che si occupavano di politica per passione. C’erano talvolta, invero,
dei gettoni di presenza, ma esigui e, ricordo bene, tutti coloro che
accettavano questi incarichi giravano gli eventuali piccoli compensi alle
segreterie dei partiti per autofinanziarsi.
Con questo non voglio santificare le procedure della cosiddetta “prima
repubblica” che tanto danno hanno fatto all’Italia (anche se mi pare che la
seconda stia facendo molto peggio), ma voglio testimoniare come si possa fare
politica senza scopo di lucro, di come possano esistere cittadini che si
impegnano senza dover prendere per forza un compenso.
E con questo mi riferisco al Sindaco, che sul giornale giustifica la
nomina di Gaudenzi alla Farmacia Comunale, nomina in forte odore di incompatibilità
tanto che Gaudenzi ha dichiarato l’intenzione di dimettersi entro settembre,
con un’esigenza di risparmio. Ediana Mancini dichiara che, se dovesse mettere qualcun
altro al posto di Gaudenzi nel CDA della Farmacia, questo costerebbe altri 2000
Euro alla collettività. Possibile che nel folto gruppo che sostiene questa
maggioranza non ci sia un cittadino disposto a farlo gratis? Io credo di sì ma,
così non fosse, dovremmo porci tanti interrogativi sulle ragioni che muovono
tanti appassionati.
Luca Craia
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