La cosa che più mi stupisce riguardo alla sentenza del Tar sulla
cosiddetta “Variante Bisacci” non è tanto la mistificazione mediatica che vi si
sta intessendo attorno, facendo passare un pronunciamento nel merito
amministrativo come una sentenza che possa spazzare via altri tipi di
complicazioni, quanto l’ansia di dimostrare quanto sia stata cattiva l’opposizione
ad utilizzare la questione sul piano politico. In realtà, come ho avuto già
modo di dire, la rilevanza maggiore di tutta la vicenda è, appunto, politica.
La sentenza del Tar attesta la possibilità di agire, da parte del Sindaco, con
assoluta discrezionalità in materia di piano regolatore. Questo non implica,
però, il fatto che le scelte non debbano avere una giustificazione politica.
Ecco, questa giustificazione politica, la spiegazione all’elettorato
del perché è stata effettuata una scelta in questo senso (avendone fatte altre,
su situazioni del tutto simili, in senso contrario) ancora non è stata spiegata. Però
c’è stata la furiosa ricerca della rivincita, della dimostrazione del fatto che
l’opposizione avrebbe sbagliato. Io non so se l’opposizione abbia sbagliato o
giocato semplicemente il suo ruolo. Non so nemmeno se la notizia della
ventilata indagine penale sia reale o no. So soltanto che finora a tutto si è
pensato tranne che a rendere l’elettorato edotto di motivazioni, scelte e
conseguenze di quanto sta accadendo. E questo credo che sia il dato più
rilevante, specie di fronte a chi ha fatto della trasparenza un cavallo di
battaglia che, ad oggi, è rimasto ancora al palo.
Luca Craia
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