Il bando, previsto per 5 anni più
uno, prevede un compenso fisso annuo per l’azienda aggiudicataria che è
superiore rispetto a quanto spende attualmente il comune per gli stessi servizi
gestiti direttamente; il bando prevede la cessione di servizi attualmente
effettuati dall’ente per Euro 1.168.769 ad un prezzo a base d’asta per Euro
1.243.000 annui, ossia (se non ci saranno ribassi d’asta) un aumento del 5,4%
del costo complessivo che, gioco forza, si trasferirà sulla tariffa TARI. Per i
sei anni potenziali di servizio, parliamo di un costo di quasi 7,5 milioni di
euro e di un aumento dell'attuale costo di quasi 445.000 euro.
La vera buccia di banana del
bando sta nel fatto che non prevede nessun ribasso del prezzo, se nel corso dei
vari anni, la percentuale di differenziazione migliorasse; anzi sono previsti
degli aumenti ISTAT e degli aumenti nel caso la popolazione aumentasse (ma non
sono previste riduzioni nel caso di riduzione della popolazione). Ossia tutto
lo sforzo dei cittadini che eventualmente portassero la percentuale di
differenziazione dal 71,37% conseguita nel 2014 ad un livello più elevato, di
tutti i maggiori introiti della cessione dei materiali differenziati (e sono
tanti, parliamo di oltre 100.000 euro) ne beneficerebbe l’azienda e non l’Ente
(ossia noi cittadini). E’ come dire che se i cittadini si impegnassero a
differenziare sempre più, il premio lo godrebbe chi si aggiudica il bando e non
i montegranaresi…mi pare una gran stupidaggine.
Teniamo conto che il limite
minimo della differenziazione che viene imposto nel bando è del 65%, ossia
livelli minimi mai raggiunti da Montegranaro visto che nel solo 2013, al primo
anno, si è raggiunto il 68,25% e nel 2014 il 71,37% (auspicabilmente tra
qualche anno si può arrivare, senza troppo sforzo, anche all’80%). Il
ragionamento che il Comune ha fatto (o il tecnico che lo ha stilato), e che a
me non convince, consiste nel fatto che se il premio della differenziazione non
lo percepisse l’azienda, questa non sarebbe stimolata ad effettuare quegli
investimenti che l’aumento della % di differenziazione comporta: se questo
potrebbe essere in parte vero, è vero anche che si poteva concepire un bando
con una percentuale minima molto più alta, tipo al 75%/80% con delle penalità
nel caso non ci si arrivi. Inoltre, oltre a questa grave limitazione, esistono
molte altre criticità minori: criticità delle garanzie delle fidejussioni, che
sono richieste nella forma prevista all’art. 106 del D.Lgs. 385/93, ossia
analoghe a quelle della Roma Calcio, o quelle prestate dal Villaggio del Lavoro
al Comune di Montegranaro qualche anno fa. La vera garanzia è quella dell’art.
107 e non 106 - piccole coperture assicurative, -possibilità di subappalto del
servizio, - poche ore di apertura dell’ecocentro, - nessuna previsione di sconto
per il compostaggio domestico
Detto ciò appare completamente
infondato ciò che si è esternato in Consiglio comunale quando si è presentato
tale bando: più di un membro della maggioranza si è pavoneggiato del fatto che
il nuovo bando consentirà riduzioni delle tariffe (a mio avviso non è vero) e
che soprattutto il vecchio bando era fatto male perchè non prevedeva ristorni
ai cittadini che differenziavano di più (e il nuovo è uguale al vecchio visto
che i premi di differenziazione li prende l'impresa).
Ermanno Vitali
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