Sono amareggiato, anzi, offeso per quanto leggo su Il Resto del
Carlino stamattina circa le presunte defezioni dal Presepe. Lo sono perché ci
possono essere mille ragioni per non partecipare (ad esempio la Proloco è a
pezzi e mi pare logico che faccia difficoltà a essere dei nostri, la Protezione
Civile darà una mano anche se non entra nell’Ente, l’Archeoclub non si è mai
visto) ma quanto dichiara l’associazione Amici della Musica è di una gravità
estrema e mi offende nel profondo, come uomo libero e come persona fortemente
impegnata nell’associazionismo.
Faccio la mia parte sempre col massimo impegno e senza alcun
tornaconto (lo faccio da anni, avessi avuto un tornaconto ora sarebbe ben
visibile), non mi paga nessuno come qualcuno ha voluto insinuare meschinamente,
e se vedessi una politicizzazione nell’organizzazione del Presepe sarei il
primo ad andarmene. Non tiro la volata a nessuno, qualcuno ricorderà la
diatriba tra me e Lucentini nel corso dell’ultima campagna elettorale e dire
che sono un suo sostenitore avrebbe dell’incredibile (ricordiamoci della porchetta)
eppure sono lì a fare il mio.
Dire che l’organizzazione del Presepe “assume contorni politici” è
falso, pretestuoso, fortemente lesivo della dignità di chi aderisce. Mi sento
offeso io, per la mia storia e la mia onestà intellettuale, e mi indigno per l’offesa
arrecata alle associazioni, tante, che partecipano con slancio e senza secondi
fini. Sono la stragrande maggioranza delle associazioni montegranaresi e altre
ne stanno arrivando, e se tutte fossero lì per politica sarebbe uno smacco
pauroso per l’amministrazione comunale. Ma non è così. E l’offesa, quella più
grave, è nei confronti di quelle centinaia di Montegranaresi che si prestano
come figuranti, che montano e smontano le scene, che preparano e poi puliscono.
Credo che chi ha fatto certe affermazioni debba vergognarsi. E chiedere scusa,
se è sufficientemente onesto. L’associazione che parla, del resto, è quella che
prende la più grande fetta dei contributi economici da parte del Comune. Non
vorrei che tema di cadere in disgrazia e, a quel, punto, non sarebbe il Presepe
a essere politicizzato.
Luca
Craia
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