È comunque prezioso l’articolo di oggi della Pravda nostrana, perché,
in ogni caso, accende un piccolo faro sul problema del centro storico
montegranarese che tutti tendono opportunamente a dimenticare. Ma lo fa con l’approssimazione
di chi si fa una passeggiata tra le viuzze incuriosito da qualche tipo di
diceria che deve aver sentito in giro. Lo fa senza conoscere le radici del
problema, le sue varie sfaccettature, le soluzioni mancate. Lo fa senza
documentarsi, e questo, consentitemi, non è molto professionale per un giornalista
che voglia dirsi tale
Dire che i gabbioni del Comune hanno sortito effetti è sbagliato e,
come sempre, molto accomodante nei confronti dell’amministrazione comunale alla
quale il giornalista sembra essere molto affezionato. Così come dire
semplicemente che l’iniziativa delle case a 1 Euro è lodevole così, senza
specificare che è stata una sparata per apparire, appunto, sul giornale e si è
fermata lì.
E poi la ciliegina: la sporcizia è solo un problema culturale.
Culturale? Certo, ma la stratificazione dell’immondizia per le strade, se da un
lato è dovuta a quel vecchietto descritto nell’articolo (e al quale non credo,
anzi, ritengo sia un’invenzione piuttosto offensiva per i residenti del centro
storico) che butta la cartaccia, dall’altro è dovuta al fatto che lee cartacce
qui non viene più nessuno a raccoglierle da mesi, dopo le fantomatiche apparizioni
elettorali della spazzolatrice. E il vicesindaco ha risposto, a me e a chi
sollevava il problema, che bisogna che ognuno pulisca davanti casa propria,
sguinzagliano i soliti sicari mediatici nella consueta pratica della
delegittimazione tramite sputtanata. Ma davanti alle tantissime case disabitate
chi ci deve pulire?
Il giornalista che voglia fare un servizio serio parlerebbe della
mancata osservanza di ordinanze di messa in sicurezza degli stabili vecchie di
vent’anni. Parlerebbe del mancato monitoraggio dei ruderi e del fatto che in
Comune non abbiano idea di quale sia la situazione. Un giornalista che voglia fare
un buon servizio direbbe che se qualcuno si vedesse cascare addosso uno di quei
ruderi in Comune resterebbero tutti sorpresi perché non sono a conoscenza di
quanto certe situazioni siano potenzialmente pericolose. E parlerebbe di angoli
bui dove basterebbe mettere una lampadina, ma nessuno ce la mette nonostante il
problema sia stato segnalato da mesi. E parlerebbe di auto parcheggiate ovunque
e dell’impossibilità, specie nelle ore notturne, di passare per eventuali mezzi
di soccorso. Parlerebbe di case disabitate ma abitate da personaggi loschi ed
equivoci che nessuno controlla. Parlerebbe di problemi sociali legati all’integrazione,
alle difficoltà di convivere tra culture diverse e della creazione sostanziale
di un ghetto razziale dove sono stati chiusi anche gli Italiani.
Un giornalista che volesse fare bene il suo lavoro avrebbe l’umiltà di
andare a parlare con chi questi problemi li vive e li denuncia da decenni. Ma è
molto più facile carpire informazioni qua e là sui blog standosene alla
tastiera, metterle insieme e condire tutto con qualche lode gratuita al potente
di turno badando bene di evitare critiche, piuttosto che abbassarsi a tanto. Ed
ecco qua, altra carta stampata così, tanto per stampare. Ma, almeno, se ne
parla.
Luca Craia
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