Riaperto finalmente il nostro amato teatro con una manifestazione di
pregio elevato (ma si poteva inaugurare il giorno prima e gratis, per dare un
segnale che il teatro è davvero di tutti) rimane appesa la questione cinema.
Ubaldi parla, ottimisticamente, di ricominciare le proiezioni nono prima del
2016, se tutto va bene dopo l’estate. Dico ottimisticamente perché comprare il
macchinario per la proiezione digitale non è economicissimo e, purtroppo, si è
persa l’occasione di usufruire dei fondi europei.
Il punto è proprio questo: perché si è persa questa occasione? Perché ora
dobbiamo spendere soldi, necessari, per carità, che potevano però essere
risparmiati semplicemente organizzandosi per tempo? La risposta non può essere
quella sostenuta dal vicesindaco, ossia che col teatro chiuso non si poteva
concorrere, perché si sapeva benissimo che il teatro avrebbe riaperto al
massino entro fine anno (addirittura, si ricorderà, si suppose la sua apertura
per aprile, con lo spettacolo di Ascanio Celestini, cosa che poi non fu più
possibile). Quindi perché, nel frattempo, non si è stipulato l’accordo col
gestore in modo di poter presentare la domanda per i fondi in questione?
Credo che la questione sia importante. Infatti non è solo per dover
passare un altro anno senza cinema, è anche il dover spendere ulteriori soldi
che potevano essere risparmiati. E un cinema chiuso non è cosa di poco conto.
Il cinema, in un piccolo centro come il nostro, svolge un’importante funzione
sociale. Aggrega, fornisce cultura, sostiene la gioventù. Montegranaro dovrà
fare a meno di tutto questo per un altro anno.
Luca Craia
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