Don Giovanni Carnevale, grande dimenticato dall'Unicam, fondatore della teoria di Carlo Magno in Val di Chienti. |
La domanda, giustamente, se la pone Medardo Arduino, lo storico dell’architettura
nonché autore di una delle più interessanti interpretazioni della presenza
carolingia nelle Marche: a un anno dalla famosa conferenza di Macerata, nella
quale si annunciarono studi accademici approfonditi sulla questione “Carlo
Magno in Val di Chienti”, e dopo nutriti finanziamenti pubblici per sostenere
gli studi che il professor Gilberto Pambianchi e il suo staff si accingevano a
svolgere per conto e col sostegno dell’Università di Camerino, a che punto
siamo?
Medardo Arduino |
Al di là del discorso soldi, che pure sono importanti, saremmo tutti
interessati, almeno noi appassionati si storia, di sapere circa gli sviluppi o
addirittura gli esiti di questa ricerca svolta da importanti accademici e con
mezzi altrettanto importanti. Purtroppo da allora nulla abbiamo saputo. Abbiamo
anche organizzato un convegno a Montegranaro per parlare della questione, dove
sono intervenuti tutti i titolari delle varie branche della ricerca, fin qui
svolta da studiosi locali con mezzi propri, compreso il fondatore della teoria e
purtroppo ingratamente dimenticato dalla stessa Università, quel Giovanni
Carnevale che, per primo, volenti o nolenti, ha formulato l’ipotesi di un Carlo
Magno marchigiano; ma al convegno non si è visto nemmeno un eventuale
osservatore dell’Unicam.
Credo sia giusto, dopo un anno, almeno informare, fare il punto. Perché,
vedete, il silenzio non è così costruttivo, non è così trasparente e,
soprattutto, potrebbe far nascere qualche sospetto che, magari, non si è giunti
a nulla, che siamo ancora al palo. E questo sarebbe davvero un peccato, visti i
proclami iniziali e, soprattutto, l’investimento profuso. Attendiamo con fiducia
di essere edotti.
Luca Craia
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