Sono in
molti a chiedersi (e a chiedermi) cosa abbia detto l’assessore Beverati nel
corso dei suoi due interventi nel Consiglio Comunale di ieri sera. È difficile
seguire il nostro Architetto Dimezzato nelle sue elucubrazioni vocali perché è
una delle cose più soporifere che mi vengano in mente. Io personalmente
ringrazio il cielo (e i Cinquestelle) per lo streaming perché così posso
risentirmi i suoi interventi, dato che, in diretta, di solito mi appisolo ben
prima della metà. E così anche stamane mi sono riascoltato i suoi due
ragionamenti e devo dire che sono più interessanti del solito.
A parte i
suoi ben noti barocchismi lessicali, a parte la lunga serie di cose senza senso
enunciate come risposta all’interrogazione di Lucentini, c’è un passaggio che,
a risentirlo, e risentirlo ancora, fa venire qualche brivido. E se lo fa venire
a me dovrebbe mettere una fifa blu ai colleghi di maggioranza di Giacomino.
Beverati dice: “se questa amministrazione dovesse deludere me per primo su
delle tematiche che ritengo importanti sarò il primo a denunciarne le criticità”.
Che significa?
Significa
che Beverati si sente stretto, incompreso, emarginato. Se è vero che è il
decano del Consiglio Comunale, è anche vero che, in seno alla giunta, ha
pochissimo peso. Se Sel lo definisce “assessore dimezzato” (è a lui che pensa
Marilungo con questa definizione, ci scommetto, altro che Roberto Basso) è
anche troppo generosa nell’interpretarne il ruolo in seno allo schieramento che
governa Montegranaro. Da qui le parole di Beverati suonano minacciose. Dicono:
guardate che, da questa sera, siete rimasti in 9, il mio voto è determinante,
fate i bravi.
Gli fa eco,
però, il vicesindaco che continua la sua politica di occupazione di poltrone
già occupate. Probabilmente pensava a quella di Perugini, troppo impegnato in
provincia, come egli stesso ingenuamente ha dichiarato dal palco del La Perla, ma
Antonelli gli è venuto in soccorso e, a questo punto, vedere un Paolo Gaudenzi
Presidente del Consiglio non stupirebbe nessuno. E Beverati? In tutto questo la
sua figura si dimezza ulteriormente, e non c’è Calvino che tenga. Allora
pensare a un diktat alla maggioranza e, contemporaneamente, a una specie di SOS
lanciato dall’altra parte ci sta tutto. Del resto, visti anche i trascorsi, non
ci sarebbe nulla da sorprendersi.
Luca Craia
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