La leggenda
della Lengualonga ha radici lontane. Si parla di questo animale mitologico
autoctono già nelle Croniche Montegranaresi che, nel 1349, narrano di un gruppo
di persone costretto a trasferirsi in un’altra città a causa dell’imperversare
della bestia. È però lecito pensare che la credenza della Lengualonga sia nata
molto prima e che facesse parte della cultura delle genti del posto già in
epoca preromana. Ne sono testimonianza alcuni graffiti, rinvenuti in una cavità
posta a valle della cinta muraria, che rappresentano la figura di un animale
con la lingua lunghissima e le fauci spalancate.
In effetti, la
Lengualonga è rappresentata sempre con la bocca aperta e la lingua, di
proporzioni smisurate, protratta verso l’esterno delle fauci. La caratteristica
della bestia leggendaria è proprio questa lingua enorme e lunghissima sempre in
movimento in ragione del quale produce un costante sibilo come di vento
impetuoso. Gli effetti del movimento della lingua della Lengualonga sono,
sempre secondo le narrazioni popolari, devastanti: l’animale prenderebbe di
mira una o più persone e muoverebbe la lingua nella loro direzione creando un
vortice costante che rende loro la vita impossibile.
L’animale è
invisibile e ci si accorge della sua presenza sono in ragione del rumore della
lingua.
L’unico sistema per poterlo vedere e riuscire a muovere la propria
lingua più veloce di quella della Lengualonga, cosa piuttosto difficile in
quanto l’apparato orale della bestia è dotato di forza estrema. In qualche
caso, però, la vittima della Lengualonga riesce a contrastarla col movimento
della propria lingua creando un controvortice che si ritorce contro l’animale.
Una volta investito dal vortice l’immondo essere diventa visibile ed è
costretto alla fuga. Si tratta, infatti, di una bestia fondamentalmente codarda
che deve la sua pericolosità solo alla sua invisibilità agli occhi della
vittima.
La Lengualonga
si riproduce, sempre secondo la leggenda, tramite contaminazione. L’odio e il
disprezzo sono il catalizzatore del germe della Lengualonga che viene attratta
da questi sentimenti negativi e contamina la persona che li nutre. Pare,
infatti, che numerose persone livorose, invidiose, incarognite per molteplici
motivi, siano morse dalla Lengualonga tramutandosi esse stesse nell’animale.
Questo spiega, secondo la leggenda, la massiccia presenza di Lenguelonghe nel
mondo.
La credenza
popolare nell’esistenza della Lengualonga è talmente radicata che qualcuno
suppone esista davvero, tanto che recentemente l’Università di Standford sul
Naviglio sta effettuando degli studi approfonditi sull’argomento. Vige
l’assoluto riserbo ma, dal poco che trapela, sembrerebbe che si siano trovati
indizi che vanno nella direzione della dimostrazione dell’esistenza dell’essere
abominevole. Fatto sta che, dalle cronache medievali ai nostri giorni, racconti
di vittime della Lengualonga se ne contano in quantità.
Luca Craia
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