Qualche anno fa l’amministrazione comunale raggiunse un accordo con la
facoltà di architettura dell’UNICAM per studiare un progetto complessivo di
recupero del centro storico di Montegranaro. Allora fui molto critico perché ritenevo
- e lo ritengo ancora - che il tutto
potesse trasformarsi in un pericoloso alibi per l’immobilismo che c’è sempre
stato per quanto riguarda le problematiche legate alla città vecchia. Non ebbi
modo di verificare se quanto paventavo potesse corrispondere a verità perché l’amministrazione
Gismondi cadde e il progetto, seppure consegnato al Comune e da questi pagato
all’Unicam, rimase congelato per assenza di amministratori.
Con l’avvento dell’amministrazione Mancini, che in campagna elettorale
aveva parlato di progetti alternativi per il centro storico, il piano dell’Unicam
è rimasto in qualche cassetto e, ormai da quasi due anni, non se ne sente più
parlare. Il punto è che di progetti alternativi non abbiamo visto neppure l’ombra
mentre di quel progetto, giusto o sbagliato, buono o cattivo che fosse, si sono
perse le tracce. Eppure è stato pagato. Mi domando, quindi, se l’amministrazione
Mancini, nella fattispecie l’assessore al centro storico Beverati, ha mai visionato tale progetto e, se sì, cosa
ne pensa; se no la domanda è: perché?
Nel frattempo la situazione nel centro storico non migliora affatto,
anzi. In mancanza di interventi il degrado si amplifica e, se negli anni
passati alcuni crolli importanti hanno acceso i riflettori sulla questione,
oggi regna un silenzio assordante. Del centro storico, a parte qualche
iniziativa fallita e risibile come quella delle case a 1 €, non ne parla più
nessuno.
Il sospetto è che, come per molti altri progetti e realizzazioni delle
passate amministrazioni, l’attuale giunta stia buttando tutto via in una sorta
di purga sovietica di uomini e idee (vedi, tanto per fare un esempio, le tante
fontane bassiane tutte all’asciutto). È l’atteggiamento del vincitore della
guerra che, una volta conquistato il territorio nemico, lo distrugge, brucia e
rade al suolo. Solo che a pagare il tutto sono sempre i cittadini per cui,
forse, un atteggiamento più umile e costruttivo sarebbe auspicabile.
Luca Craia
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