Sembra una sciocchezza ma non lo è. I bollettini di pagamento per il
servizio delle lampade votive del cimitero, emessi con una lunga serie di errori,
sono una cosa seria. Prima di tutto il fatto che siano state imputante ad
alcuni utenti somme non dovute. Il Comune ha fatto sapere, sulla sua pagina
Facebook, che emetterà dei nuovi bollettini ma mi pare che la cosa sia
gravemente insufficiente. Non tutti gli utenti interessati hanno Facebook,
credo, né sono tenuti ad averlo. E se qualcuno nel frattempo paga? Sarebbe
stato molto meglio inviare una lettera a casa.
Altro errore è quello della data di fatturazione. La fattura porta la
data del 1 febbraio ma i bollettini sono stati consegnati tra il 28 e il 29
gennaio. A parte l’ilarità che questo potrebbe generare, il fatto è grave perché
siamo di fronte a un illecito fiscale che potrebbe avvantaggiare il Comune
posticipando il versamento dell’Iva. Se lo fa un privato incorre certamente in
sanzioni. Il Comune, non so.
E proprio l’Iva è un altro errore presente nelle cartelle delle
lampade cimiteriali. Infatti l’imposta è stata applicata anche sugli oneri per
ritardato pagamento che, invece, dovrebbero essere esenti e, addirittura, sul
rimborso delle spese di spedizione. Un pastrocchio dietro l’altro, quindi, che
deve essere necessariamente sanato e che, certamente, non può considerarsi
risolto con due righe scritte su Facebook
Luca Craia
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