Eravamo una dozzina di persone stamattina in giro per il centro
storico a caccia di orrori. Non il solito tour delle bellezze Montegranaresi al
quale accompagno i turisti, forestieri e non, bellezze che pur ci sono ma che,
per mostrarle, tocca aggirare sapientemente tutte quelle cose, e sono tante,
che è molto meglio non mostrare. Stamattina, invece, andavamo proprio a cercare
le brutture. E le abbiamo trovate, nonostante l’Amministrazione Comunale si sia
affrettata ieri a dare una pulita alla bell’e meglio. Ma pulire non basta, ci
sono incrostazioni di anni di abbandono, ci sono le case che cadono, c’è tutta
la stratificazione dell’inciviltà montegranarese e d’importazione, c’è la fotografia
stampata sui muri vecchi delle case vecchie di una politica che se ne frega da
decenni e queste cose non si tolgono con due colpi di ramazza.
Non c’era intento polemico nell’idea di andare in giro per il centro
storico a vedere com’è messo, almeno non più di tanto. Non c’era ma la polemica,
poi, nasce da sola, specie se l’assessore al centro storico, il giorno prima,
afferma sul giornale che non si può risolvere i problemi del paese vecchio in
venti mesi di amministrazione, dimenticando di dire che, dopo venti mesi di
amministrazione, ancora non c’è un progetto e non si è stanziato un centesimo
per il centro storico e sul famoso piano delle opere pubbliche il centro
storico proprio non compare. Se ne è parlato, quindi, di questo atteggiamento
dell’amministrazione Mancini di far finta di occuparsi del problema quando,
invece, non è per niente nelle menti e nei cuori di chi ci amministra.
Eravamo una dozzina, dicevo. Gente normale, che non fa politica ma che
se ne interessa, gente non schierata ma che ha a cuore il proprio paese. E il
tour, così, acquista valore politico, nel senso della politica intesa come
occuparsi della polis, della propria città. Non sono poche dodici persone che,
a viso aperto, si trovano in piazza per un’iniziativa di questo tipo, specie
col clima avvelenato che si respira a Montegranaro, specie con una Sindachessa
che si rivela sempre più incattivita e vendicativa, con un vicesindaco che, per
quanto finalmente silenzioso, ha sparso veleno sul mondo intero per quei famosi
venti mesi di amministrazione, specie con un Presidente della Provincia che,
ultimamente, diventa più bellicoso dei suoi colleghi dopo essere stato, almeno
idealmente, quello più pacato. Il sentimento di tutti, quello prevalente, è
stata la tristezza più che la rabbia. Perché è vero che il problema è antico,
vecchio di oltre vent’anni, ma è anche vero che ancora non si intende
risolverlo, checchè ne dica l’architetto Beverati.
A proposito dell’architetto: è stato visto aggirarsi in piazza pochi minuti
prima che il tour partisse, salvo poi eclissarsi senza farsi vedere. Fossi
stato in lui mi sarei aggregato, avrei sfruttato l’occasione per parlare con i
miei amministrati, per vedere insieme a loro le problematiche e magari sentire
come la gente pensa che si possano risolvere. Un’occasione per dissipare un po’
di quella nebbia velenosa che è calata tra governo e città, di distendere un po’
gli animi, come lo stesso Beverati ha più volte proposto. Un’occasione persa.
Peccato.
Luca Craia
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