La mia riflessione parte dalla cronaca di queste ultime ore, una
cronaca segnata da un fatto di sangue terribile quanto incredibile nella sua
spiegazione; dei giovani che, nell’assenza della ragione che deriva dall’uso e
abuso di sostanze, riescono a uccidere un uomo solo per il gusto di vedere cosa
si prova. E questo non può avere motivo di accadere solo per l’effetto delle
droghe e dell’alcool, perché mi rifiuto di credere che un uomo possa perdere
così totalmente coscienza di se stesso. Credo fermamente che gli autori di
questo efferato crimine siano persone pericolose a prescindere dalle sostanze
assunte e che quest’ultime abbiano semplicemente allentato del tutto quei freni
che tenevano fermi gli istinti bestiali.
Il problema, però, è anche culturale, perché viviamo in un mondo
che continua a lanciarci messaggi distorti che, alla lunga, influenzano il
nostro pensiero e, infine, il nostro io profondo. E in questa cultura generale
crescono giovani con la percezione della realtà totalmente scombinata e
distorta, cresciuti con la presunzione di poter fare quello che vogliono perché
prima ci sono loro e poi, eventualmente, gli altri.
Esaspero, ma neanche tanto, e penso a quelli che mi attaccano sul
blog e sulla pagina Facebook per quello che dico e scrivo. Ovviamente non sono
infallibile e a volte quanto espongo può essere opinabile, ma mi picco di cercare di trasmettere un messaggio positivo che va,
appunto, nella direzione contraria a quella di cui sopra, ossia a questa
presunzione o delirio di potere e di essere al di sopra di regole e buon senso. Sono fermamente
convinto che le situazioni paradossali come quella di cui stiamo parlando siano
l’esasperazione di comportamenti distorti anche molto meno gravi e pericolosi.
Così quando un ragazzo scrive sulla mia pagina Facebook arrabbiato
con me perchè pubblico le foto delle macchine parcheggiate in maniera
indecorosa piuttosto che indignarsi per il comportamento che denuncio, o quando
un altro mi invita ad andare personalmente a raccogliere la sporcizia per
strada invece di denunciarla, o un altro ancora mi minaccia ripetutamente perché
mi preoccupo per fatti violenti durante eventi sportivi, mi rendo conto di
quanto sia distorta la visuale di tante persone.
Con questo non voglio certo collegare fatti di sangue e violenza
estrema con episodi che possiamo inquadrare nell’ordinaria stupidità, ma credo
siano tutti segnali fortemente inquietanti, perché indicano una deriva
preoccupante del senso civico, del rispetto e del vivere sociale, e il
radicamento di concetto sempre più forte di essere al di sopra di tutto e di
tutti, delle norme, del buon senso e dei diritti del prossimo.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento