Devo dire la verità: a furia di sentire e leggere disquisizioni,
elucubrazioni e ragionamenti di belle teste pensanti ho cominciato a sentire
anche io dei sensi di colpa. Stavano quasi per convincermi che la colpa del
terrorismo di matrice islamica fosse mia in quanto occidentale. Cominciavo
davvero a credere che, siccome gli Americani hanno cercato di esportare la
democrazia (vabbè, diciamo così tanto per dire, quando sappiamo che hanno
esportato ben altro) con la forza, alla fine era pure giusto che questi soggetti
venissero in Europa (ma in molti casi c’erano già in Europa, ben nutriti,
istruiti e godenti dei miei stessi diritti) a fare strage di Europei. Alla fine
mi ero quasi convinto che era per giusta causa che questi esagitati (ma santi),
questi folli (ma eroici), questi maledetti figli di buona donna (ma
giustificabili) venissero sotto casa mia ad ammazzare donne e bambini. E già,
il cattivo sono io perché sono occidentale e, siccome gli USA sono occidentali
pure loro, per osmosi mi passano la colpa e giustificano l’atto di fare stragi
quasi come fosse cosa eroica. Anzi, togliamo il quasi.
Poi apprendo di continue stragi anche in oriente, l’ultima ieri.
Stragi di donne e bambini che nulla hanno a che fare con gli Americani e con
gli Europei. Allora mi chiedo: e questi? Che colpa hanno? Che torto gli si
attribuisce? È colpa mia pure di quanto è successo ieri in Afghanistan? Si
parla di una novantina di morti ammazzati in un parco dove le famiglie facevano
festa. Cos’erano quei morti? Esportatori di democrazia o, magari, importatori?
Cos’erano? Complici degli Americani. E i morti in Iraq? In Africa? Tutte le
vittime non occidentali del terrorismo islamista, che colpe hanno? E noi? Che
colpe abbiamo noi in questi casi?
Non sarà, invece, che siamo di fronte a uno scontro tra civiltà e
culture, dove le posizioni più radicali e oltranziste non si fanno scrupolo di
eliminare fisicamente ogni ostacolo alla realizzazione dei loro obiettivi? Perché
anche da noi ci sono posizioni radicali e oltranziste, ma non mi pare che sia
consueto ammazzare gli avversari a grappoli. Non sarà che siamo di fronte a una
cultura che, anche se nella maggioranza appartiene a gente quieta, ha in sé il
germe della violenza? Perché anche nella nostra cultura c’è violenza, ma non vedo
possibile che migliaia di persone abbraccino il fucile o si imbottiscano di
esplosivo per affermare la propria visione del mondo.
Colpa degli Americani? Forse, forse hanno scatenato e fatto uscire
quel germe di violenza che era insito nella cultura musulmana. Ma quel germe c’era,
non ce l’hanno messo gli Americani. Perché un matto che si fa saltare in aria
facendo una strage può capitare anche in Europa, ma parliamo di un matto, non
di una organizzazione internazionale che riesce a fregare i servizi segreti e
pianificare attacchi in maniera scientifica in mezzo mondo. Nella mia cultura
queste cose non sono concepite, contemplate. Per cui grazie tante, ma i sensi
di colpa non li voglio più.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento