venerdì 8 aprile 2016

Centro storico. Inversione di tendenza.



In effetti c’è un’inversione di tendenza sulla problematica del centro storico. Se fino a oggi c’è stata mobilitazione e sensibilizzazione da parte dei residenti e non per quanto riguarda una delle questioni più annose, gravi e di difficile soluzione che affliggono da decenni il nostro paese, oggi dobbiamo registrare un sostanziale quanto sostanzioso calo di interesse, prima di tutto fra gli stessi residenti. Diciamo che l’amministrazione Mancini, nella sua totale assenza di politiche per il centro storico, è però riuscita nell’intento di spaccare la popolazione creando un clima di rassegnazione misto all’insicurezza persino nella denuncia dei problemi.
Lo vivo sulla mia pelle: se prima i residenti facevano fronte comune, se prima ricevevo segnalazioni e sollecitazioni da parte di quasi tutti, oggi c’è una larga fetta di cittadinanza che nemmeno si lamenta più, un po’ per motivi politici, un po’ perché rassegnati, un po’ perché intimoriti dall’atteggiamento a dir poco aggressivo dei nostri amministratori nei confronti di chi osa lamentarsi (vedi, per esempio, le minacce di ritorsioni legali di Aronne Perugini).
Si tratta di un capolavoro politico, bisogna ammetterlo. Riuscire a non risolvere un problema, anzi, in qualche modo ad aggravarlo e, nel contempo, a tacitare il dissenso e le istanze della cittadinanza non è da tutti. I metodi sono a dir poco discutibili ma il risultato, almeno per chi ci amministra, è ottimo. Peccato che, nel frattempo, la situazione continui a degenerare e che, pur essendovi un assessore preposto molto presenzialista ma poco presente, il centro storico non rientri in alcuna politica del Comune, fatte salve le uscite mediatiche e le strumentalizzazioni.
Sono molto preoccupato: sembra che la spinta popolare per richiedere la soluzione della questione sia esaurita e che la splendida stagione di fermento per il centro storico cominciata nel 2009 sia solo un ricordo. Ora tutta la propulsione che c’era stata è sostituita da calcoli politici e ripicche personali. A farne le spese, ovviamente, è il centro storico e tutto il paese, con un degrado dilagante che non sembra destinato ad arrestarsi.

Luca Craia

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