In effetti c’è un’inversione di tendenza sulla problematica del centro
storico. Se fino a oggi c’è stata mobilitazione e sensibilizzazione da parte
dei residenti e non per quanto riguarda una delle questioni più annose, gravi e
di difficile soluzione che affliggono da decenni il nostro paese, oggi dobbiamo
registrare un sostanziale quanto sostanzioso calo di interesse, prima di tutto
fra gli stessi residenti. Diciamo che l’amministrazione Mancini, nella sua
totale assenza di politiche per il centro storico, è però riuscita nell’intento
di spaccare la popolazione creando un clima di rassegnazione misto all’insicurezza
persino nella denuncia dei problemi.
Lo vivo sulla mia pelle: se prima i residenti facevano fronte comune,
se prima ricevevo segnalazioni e sollecitazioni da parte di quasi tutti, oggi c’è
una larga fetta di cittadinanza che nemmeno si lamenta più, un po’ per motivi
politici, un po’ perché rassegnati, un po’ perché intimoriti dall’atteggiamento
a dir poco aggressivo dei nostri amministratori nei confronti di chi osa
lamentarsi (vedi, per esempio, le minacce di ritorsioni legali di Aronne
Perugini).
Si tratta di un capolavoro politico, bisogna ammetterlo. Riuscire a
non risolvere un problema, anzi, in qualche modo ad aggravarlo e, nel contempo,
a tacitare il dissenso e le istanze della cittadinanza non è da tutti. I metodi
sono a dir poco discutibili ma il risultato, almeno per chi ci amministra, è
ottimo. Peccato che, nel frattempo, la situazione continui a degenerare e che,
pur essendovi un assessore preposto molto presenzialista ma poco presente, il
centro storico non rientri in alcuna politica del Comune, fatte salve le uscite
mediatiche e le strumentalizzazioni.
Sono molto preoccupato: sembra che la spinta popolare per richiedere
la soluzione della questione sia esaurita e che la splendida stagione di
fermento per il centro storico cominciata nel 2009 sia solo un ricordo. Ora
tutta la propulsione che c’era stata è sostituita da calcoli politici e
ripicche personali. A farne le spese, ovviamente, è il centro storico e tutto
il paese, con un degrado dilagante che non sembra destinato ad arrestarsi.
Luca Craia
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