È da tempo che manifesto perplessità e preoccupazione circa il
comportamento di una larga parte della stampa locale che, se vogliamo, in
definitiva ricalca quello nazionale. È un comportamento, per quanto legittimo,
censurabile da un punto di vista morale e deontologico perché manca quasi
totalmente la parte critica, l’indagine, l’analisi. Assistiamo molto, troppo
spesso a pubblicazioni di comunicati o a articoli decisamente ossequiosi nei
confronti di chi detiene il potere ai vari livelli. Difficilmente troviamo
articoli critici, quasi mai inchieste che possano in qualche modo creare qualche
tipo di difficoltà a chi amministra o governa.
In genere si tratta di poco più che parafrasi di comunicati ufficiali
o, comunque, di elaborati probabilmente concordati o, comunque, studiati
appositamente per favorire e mai urtare. Quando poi accade che gli addetti
stampa di enti pubblici e i giornalisti che scrivono sulle testate coincidono
si rischia il corto circuito. Si rischia, per esempio, che le comunicazioni o
anche soltanto le posizioni delle opposizioni non trovino spazio sui giornali.
SI rischia che l’informazione sia incompleta, parziale e di parte. Soprattutto
si rischia che la democrazia se ne vada a farsi benedire con la buona compagnia
della pluralità e dell’onestà intellettuale. Mala tempora currunt.
Luca Craia
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