mercoledì 13 aprile 2016

La stampa nell’era degli Istituti Luce de noatri



È da tempo che manifesto perplessità e preoccupazione circa il comportamento di una larga parte della stampa locale che, se vogliamo, in definitiva ricalca quello nazionale. È un comportamento, per quanto legittimo, censurabile da un punto di vista morale e deontologico perché manca quasi totalmente la parte critica, l’indagine, l’analisi. Assistiamo molto, troppo spesso a pubblicazioni di comunicati o a articoli decisamente ossequiosi nei confronti di chi detiene il potere ai vari livelli. Difficilmente troviamo articoli critici, quasi mai inchieste che possano in qualche modo creare qualche tipo di difficoltà a chi amministra o governa.
In genere si tratta di poco più che parafrasi di comunicati ufficiali o, comunque, di elaborati probabilmente concordati o, comunque, studiati appositamente per favorire e mai urtare. Quando poi accade che gli addetti stampa di enti pubblici e i giornalisti che scrivono sulle testate coincidono si rischia il corto circuito. Si rischia, per esempio, che le comunicazioni o anche soltanto le posizioni delle opposizioni non trovino spazio sui giornali. SI rischia che l’informazione sia incompleta, parziale e di parte. Soprattutto si rischia che la democrazia se ne vada a farsi benedire con la buona compagnia della pluralità e dell’onestà intellettuale. Mala tempora currunt.

Luca Craia

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